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Botulismo: medici indagati, La Base «quando al posto di un ospedale pubblico c’è una clinica privata, accade questo»

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Botulismo: medici indagati, La Base «quando al posto di un ospedale pubblico c’è una clinica privata, accade questo»

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COSENZA – L’emergenza botulismo che ha colpito la Calabria, provocando due vittime, porta alla luce in modo drammatico la fragilità strutturale della sanità regionale che, ancora una volta, si dimostra impreparata a fronteggiare le emergenze, lasciando i cittadini soli di fronte al bisogno di cure immediate. In merito interviene il Comitato La Base di Cosenza che spiega come, tra i casi più gravi, vi è quello di Luigi Di Sarno, deceduto mentre cercava di tornare a casa in Campania, dopo essere stato visitato e, secondo quanto emerso, dimesso ben due volte da una clinica privata di Belvedere.

“A raccontare quanto accaduto è la sorella della vittima, in un’intervista che lascia pochi dubbi: l’uomo si era presentato in clinica già con sintomi compatibili con il botulismo, come difficoltà respiratorie e visive. Nonostante ciò, non sarebbe stato ricoverato”.

“La sorella della vittima – scrive il comitato La Base – racconta in un’intervista come Luigi Di Sarno si sia recato nella clinica almeno due volte, già con sintomi molto gravi (difficoltà respiratorie e visive, tipiche del botulismo), e sia stato dimesso”. Gli sarebbe stato consigliato di recarsi in una struttura più attrezzata. “Quando, al posto di un ospedale pubblico con pronto soccorso, c’è una clinica privata, questo è ciò che accade: i cittadini muoiono. E mentre gran parte della classe politica – Roberto Occhiuto compreso – spinge per la costruzione della grande opera inutile del Ponte sullo Stretto, calabresi e turisti continuano a morire come mosche davanti a guardie mediche chiuse, respinti dalle cliniche private e in attesa di una risonanza che, senza esenzione, costa 400 euro. In Calabria non serve un ponte per attraversare lo Stretto: serve una sanità che non lasci morire la gente per strada”.

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