Area Urbana
Bimbo autistico, il TAR condanna l’Asp di Cosenza a pagare cure mai erogate e finora a carico della famiglia
 
																								
												
												
											COSENZA – Il piccolo Giorgio (il nome è di fantasia) è un bambino autistico residente a Cosenza e ha diritto a cure che per legge devono essere totalmente a carico dell’Asp del capoluogo bruzio. Lo ha deciso il TAR di Catanzaro con sentenza pronunciata in seguito a Camera di Consiglio del 12 marzo scorso con l’intervento dei magistrati Ivo Correale (presidente), Francesco Tallaro (consigliere) e Vittorio Carchedi (referendario estensore). La seconda sezione del Tribunale Amministrativo Regionale per la Calabria, ha così accolto il ricorso dell’avvocato Carmelo Salerno che rappresenta la famiglia del minore. Al bambino, l’U.O.T. (Unità Operativa Territoriale) di Neuropsichiatria Infantile di Cassano allo Ionio ha diagnosticatoa suo tempo il disturbo dello spettro autistico con grave ritardo nello sviluppo psicomotorio.
Diagnosi dello spettro autistico e Metodo A.B.A.
L’U.O.T (che, occorre ricordarlo, è struttura della stessa Asp), aveva ritenuto di conseguenza che per il bimbo fosse “opportuna la presa in carico terapica della metodologia ABA”. Il metodo ABA (Applied Behavior Analysis) è un approccio scientifico che analizza il comportamento per poi modificarlo al fine di migliorare la qualità di vita. È particolarmente utilizzato, appunto, per intervenire su persone con autismo. E sta qui il principio fondamentale di quella che si è rivelata una vera e propria battaglia legale per i genitori del bimbo calabrese, perché i trattamenti con metodologia A.B.A. rientrano – da varie fonti normative – nella garanzia di tutela dei livelli essenziali di assistenza (LEA).
Pertanto, l’amministrazione sanitaria in questione avrebbe dovuto riconoscere la terapia quale diritto, garantendo l’erogazione del trattamento e assicurando il rimborso integrale delle spese sostenute dalla famiglia di Giorgio per la relativa somministrazione presso centri privati. Dal momento che questo non è accaduto, l’avvocato Salerno ha proceduto con il ricorso a tutela degli interessati, arrivando ad ottenere la condanna dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza, Quest’ultima, adesso, dovrà prendere effettivamente in carico il minore somministrandogli il trattamento riabilitativo A.B.A. in forma diretta o indiretta (ossia mediante rimborso spese). Di più: l’Asp dovrà provvedere a risarcire le spese documentate già sostenute dai genitori di Giorgio, pari a 18.996 euro.
La soddisfazione del legale della famiglia, Carmelo Salerno
“Per me è personalmente una vittoria umana più che una vittoria giuridica – commenta l’avvocato Carmelo Salerno senza nascondere una certa commozione – In questi casi, le spese sono per legge a carico del sistema sanitario regionale. Purtroppo, però, questo non succede ed è una piaga per i tanti bambini che hanno questo tipo di problematica. Spesso – spiega il legale – si tratta anche di famiglie non abbienti che per l’erogazione del metodo ABA sono costrette a rivolgersi a centri specialistici privati. I genitori non conoscono le norme e non sanno dunque quali sono i loro diritti. Molti di loro si sobbarcano di spese che invece gli sono dovute. Ecco perché – conclude Salerno – sono molto contento per l’aspetto umano della vicenda”.
L’Asp deve provvedere alle spese terapeutiche
D’ora in avanti, quindi, il piccolo Giorgio potrà accedere al trattamento riabilitativo cognitivo comportamentale con Metodo A.B.A, per come stabilito dalla sentenza del TAR, nella misura di 8 ore settimanali, oltre a 1 supervisione a cadenza trimestrale, 8 ore di parent training sempre a cadenza trimestrale, oltre alla logopedia e alla neuropsicomotricità in misura di 8 settimanali ciascuna. Tutto ciò sarà garantito a carico dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza intimata a prendere effettivamente in carico il minore, somministrandogli il trattamento prescritto, in maniera diretta, mediante erogazione delle terapie necessarie al miglioramento della qualità di vita del soggetto presso centri specializzati A.B.A., oppure in maniera indiretta, mediante rimborso delle spese sostenute dalla famiglia, per le medesime terapie presso centri specializzati privati.
 
 
                         
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
Social