Calabria
“Basta massacro”. L’appello ai sindaci calabresi a sventolare la bandiera della Palestina
 
																								
												
												
											COSENZA – “Giovedì 5 giugno esponiamo la bandiera palestinese in tutti i comuni della calabria per dire basta al massacro di innocenti”. Un grido di coscienza, un invito alla responsabilità morale e civile: è questo il cuore dell’appello lanciato da Pina Condò ai sindaci della Calabria affinché si compia un gesto concreto di condanna nei confronti di Benjamin Netanyahu, definito dalla stessa Condò “massacratore di innocenti, di bambini, di uomini e donne palestinesi.”
L’appello ha trovato una significativa accoglienza: numerosi sindaci calabresi hanno risposto con disponibilità, condividendo l’urgenza di prendere posizione di fronte a ciò che accade quotidianamente nei territori palestinesi. Non si tratta di un atto contro il popolo israeliano – è bene chiarirlo – ma di una presa di posizione contro le azioni violente di un leader politico la cui condotta viene ritenuta inaccettabile da una crescente fetta dell’opinione pubblica internazionale.
I primi cittadini che hanno aderito all’appello hanno anche suggerito di indicare un giorno di questa settimana per esporre la bandiera della Palestina dai propri municipi. Un gesto simbolico ma potente, capace di esprimere solidarietà al popolo palestinese, ma anche di invocare con forza un intervento della Comunità Internazionale e dei Governi per fermare quella che Condò definisce senza mezzi termini “la mano assassina del massacratore”.
“Netanyahu (non Israele) ed Hamas – scrive Pina Condò – sono due facce della stessa medaglia.” Una dichiarazione forte, che rifiuta ogni forma di fondamentalismo e violenza, ovunque essa provenga. La sua posizione richiama a una condanna senza ambiguità della guerra e del terrore, che spezza vite innocenti e compromette qualsiasi prospettiva di pace.
In un tempo in cui spesso la politica locale viene considerata distante dalle grandi questioni internazionali, questa iniziativa calabrese ricorda che la solidarietà e la coscienza civile non conoscono confini. Esporre una bandiera, in questo caso, non è un atto ideologico, ma un segnale etico: l’umanità non può rimanere in silenzio davanti all’orrore.
La speranza è che questa azione simbolica parta dalla Calabria ma non si fermi lì, e possa ispirare altri amministratori locali in tutta Italia. Perché la pace si costruisce anche così: con piccoli, coraggiosi gesti di verità.
 
                         
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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