Area Urbana
Arriva a Cosenza l’opera teatrale ‘Il Vajont di tutti – riflessi di speranza’
COSENZA – Andrà in scena il 28 novembre al Teatro Rendano di Cosenza, in prima assoluta e unica tappa in Calabria, “Il Vajont di tutti, riflessi di speranza”, una nuova emozionante pièce teatrale scritta da Andrea Ortis, regista e interprete che ha firmato altre grandi opere come La Divina Commedia e Van Gogh Cafè. L’anteprima speciale, in apertura delle iniziative del 60° Anniversario dalla tragedia in cui morirono circa 2.000 persone, è andata in scena proprio sulla Diga del Vajont, con la produzione della Mic International Company e il Patrocinio della Fondazione “Vajont 9 ottobre 1963”.
La tappa al Teatro Rendano, con serale alle ore 21:00 e matinée scolastico alle ore 10:00, è inserita nel progetto “Insieme per… l’Ambiente” dell’ Associazione Culturale Art-Music&Co, con il Patrocinio di Legambiente Calabria, Comune e Provincia di Cosenza.
Lo spettacolo
Si snoda su due binari narrativi paralleli: da una parte si assiste ad un dettagliato racconto dello scenario storico dagli anni ‘20 ai ‘60 del Novecento italiano, attraverso un viaggio nelle tradizioni secolari delle comunità montane e nelle radici popolari del nostro Paese; dall’altra, si ripercorrono gli eventi e le dinamiche che, nella loro concatenazione minata da superficialità e negligenze, portarono al disastro.
Il Vajont di tutti, riflessi di speranza è l’Italia che vuole rialzarsi dopo le guerre mondiali; l’Italia che inventa, scopre e sperimenta; il Paese delle grandi opere civili che ricostruisce sé stesso e parte del proprio futuro. Lo spettacolo presenta la reale ricostruzione delle fasi processuali relative alla tragedia che colpì il territorio tra la provincia di Belluno e quella al tempo di Udine (oggi di Pordenone), conosciuta come “il disastro del Vajont”. Era la sera del 9 ottobre 1963 quando la frana che precipitò dal pendio del Monte Toc causò la tracimazione del bacino idroelettrico artificiale del torrente Vajont.
L’acqua dell’invaso si tramutò in un’onda gigantesca che aggredì i paesi di Erto e Casso, vicini alla riva del lago e poi, scavalcando lo sbarramento della diga, si abbatté su alcuni abitati del fondovalle, tra cui Longarone, provocando oltre 2000 morti. Questa produzione coraggiosa e originale affronta la drammatica attualità del complesso rapporto tra uomo e natura, della crescente richiesta di energia e della necessaria tutela dell’ambiente e degli equilibri millenari di ogni forma di vita. Nel suo incedere, la storia si amplifica in una dimensione generale, diventando il racconto di Sarno, della Val di Stava, fino alle tristi vicende di San Giuliano di Puglia, Amatrice, Rigopiano e Genova. Eventi tragici in cui il comune denominatore si rinviene nell’avidità dell’uomo e nella sua scientifica aggressione delle risorse naturali attraverso il disboscamento, la cementificazione selvaggia, l’edificazione abusiva, la speculazione a dispetto della sicurezza.
Prestigiosi cast e firme: oltre ad Ortis, in scena Michele Renzullo, Selene Demaria, i performer Elisa Dal Corso, Mariacarmen Iafigliola, Jacopo Siccardi. Le scene sono di Gabriele Moreschi, le luci di Virginio Levrio, video di Mariano Soria, suono di Francesco Iannotta, arrangiamenti musicali di Francesco Cipullo, produzione esecutiva di Lara Carissimi.
Andrea Ortis presenta così la sua Opera: “La storia del nostro Paese è piena di vicende non risolte, nascoste, occultate; storie senza pace e senza giustizia, in cui a rimetterci sono gli ultimi, la gente comune e a soccombere è l’uomo con tutta la sua umanità. A volte, è proprio questo dolore che crea partecipazione e unisce tutti in una comunità allargata, solidale, stimolata da fatti che, più di altri, ci colpiscono e ci chiamano in causa… Ognuno ha il suo dolore, ecco perché la storia del Vajont è la storia di tutti e, nella storia delle mie origini friulane, è il mio!”.
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