COSENZA – Il centro antiviolenza Roberta Lanzino, un presidio di legalità e aiuto alle donne. L’omicidio di Giulia Cecchettin ha scosso profondamente il Paese ed ha riportato con forza alla ribalta il tema della violenza contro le donne. Dopo il delitto di Giulia però i femminicidi in Italia non si sono arrestati; al contrario, più volte il caso della 22enne veneta è stato usato da alcuni uomini a pretesto per minacciare ex fidanzate e mogli. “Se non torni con me fai la fine di quella Giulia di cui parlano in tv” ha detto un 64enne siciliano del Siracusano rivolgendosi alla ex compagna.
Centro Roberta Lanzino: le donne come possono chiedere aiuto?
Oltre a denunciare, le vittime di abusi possono rivolgersi ai centri antiviolenza (CAV) attivi su tutto il territorio; luoghi che offrono ascolto, sostegno e affiancamento. Quicosenza è entrata all’interno del centro antiviolenza Roberta Lanzino di Cosenza che opera costantemente su tutto il territorio. “L’anno scorso abbiamo accolto 109 donne – dice ai nostri microfoni una delle responsabili del centro Lanzino – ci riferiamo anche alle vittime che ci hanno contattato telefonicamente”.
Il Centro Antiviolenza Roberta Lanzino è un presidio per l’accoglienza alle donne vittime di violenza di genere. Uno spazio che offre alle donna ascolto, sostegno e affiancamento, mediante la restituzione di una lettura del loro vissuto in termini di individuazione e riconoscimento della violenza e la prospettazione di un percorso, sociale e legale. Ciò avviene nel pieno rispetto delle scelte, dei tempi e, dunque, della autodeterminazione della donna. Tutti i servizi offerti dal Centro sono gratuiti.
Una donna che ha subito violenze decide di rivolgersi al un Centro Antiviolenza. Cosa succede da quel momento in poi?
La donna che subisce una qualsiasi forma di violenza, fisica, psicologica, economica o sessuale da parte del partner, marito, compagno o altro familiare e decide di rivolgersi al Centro Antiviolenza viene accolta da un’equipe femminile. Alla donna sono sempre garantiti privacy e anonimato. Il primo passo è un colloquio conoscitivo (anche telefonico) da parte di operatrici esperte, adeguatamente formate sul tema della violenza di genere e assistita. Se la donna decide di farsi aiutare nel percorso di uscita dalla violenza, verrà presa in carico dal Centro tramite consulenze con legali e/o psicologhe e colloqui a cadenza periodica e di durata variabile, finalizzati a raggiungere gli obiettivi stabiliti con la donna stessa. Le equipe multidisciplinari femminili del Centro sono formate da operatrici di accoglienza e dalle figure professionali. Negli orari d’apertura o tramite telefono, il Centro garantisce sempre la presenza delle operatrici di accoglienza.
In che modo queste figure possono aiutare una vittima di violenza?
La metodologia di accoglienza del Centro è basata sull’empowerment della donna e sulla relazione tra donne, una relazione paritaria e non giudicante. La connessione tra la donna che ascolta e quella che condivide la propria storia è il canale attraverso il quale quest’ultima può compiere un cambiamento, acquisendo una consapevolezza più profonda di se stessa e delle proprie capacità. Ogni azione (denuncia, attivazione dei servizi, ecc.) viene intrapresa solo con il consenso della donna. Si lavora attraverso una modalità che consenta alla donna di parlare di sé, offrendole la possibilità di credere in se stessa, secondo i presupposti della protezione, della riservatezza e del non giudizio da parte delle operatrici.
Numero da chiamare
Il numero da contattare, in caso di abusi e violenze, è il 1522, numero gratuito di pubblica utilità antiviolenza e stalking. Chiamandolo, la vittima ha tutte le informazioni necessarie per contattare il Centro Antiviolenza più vicino a casa. Il numero è attivo 24 ore su 24 tutti i giorni dell’anno ed è accessibile gratuitamente, sia da rete fissa che mobile, con un’accoglienza disponibile nelle lingue italiano, inglese, francese, spagnolo e arabo.