Area Urbana
‘Annunziata ultimo ospedale d’Italia’, Ciacco: ‘De Salazar avrebbe fatto meglio a tacere’
COSENZA – «Il dottor De Salazar, con riferimento alla rilevazione dell’Agenas, che colloca l’Ospedale di Cosenza, all’ultimo posto nella classifica nazionale, ha rotto il silenzio. Però, per come ha argomentato, forse, sarebbe stato meglio, e più dignitoso, se avesse taciuto». A scriverlo in una nota è Giuseppe Ciacco consigliere comunale della città di Cosenza.
«Le sue giustificazioni, per non dire altro, sono, grossolanamente, inconsistenti. Innanzitutto, il Commissario ripropone la stucchevole liturgia dello scarica barile, addossando la responsabilità del fallimento ai suoi predecessori: come se, costoro, non fossero parte, viva e vitale, del suo stesso “cerchio magico”. Nel merito, secondo De Salazar, quello di Cosenza è il peggiore ospedale d’Italia, per colpa del covid. Una siffatta ricostruzione è – scrive Ciacco – semplicemente, farsesca. E, allora, tutti gli ospedali d’Italia dovrebbero occupare l’ultimo posto della classifica? Durante l’emergenza pandemica, solo l’Ospedale di Cosenza, ha garantito l’assistenza e i ricoveri in favore dei pazienti Covid? E, tutti gli altri ospedali, invece, in quella stessa drammatica congiuntura, hanno pettinato le bombole? O, viceversa, tutti gli ospedali, soprattutto quelli del nord, sono stati in trincea?
E ciò nonostante, molti ospedali del nord, sono collocati nei primissimi posti della classifica. Per esempio, l’Humanitas di Rozzano e l’Azienda Ospedaliero – Universitaria delle Marche, non hanno garantito l’assistenza e i ricoveri ai malati covid? Eppure, si tratta dei due ospedali, che stanno sul podio della classifica e, addirittura, Rozzano si trovava nell’epicentro della malattia. E, allora, con il disastro dell’Annunziata, il covid non c’entra nulla. E non si strumentalizzi, per coprire la propria inettitudine gestionale, un’autentica tragedia nazionale. Quanto meno, per il rispetto che si deve alle migliaia e migliaia di donne e di uomini, falcidiati dal virus. Quanto, poi, alle chiacchiere, verrebbe voglia di dire: da che pulpito viene la predica! Il Commissario dell’Azienda ospedaliera di Cosenza dice che la situazione è già migliorata; che il 2023 segnerà un cambio di passo; che il triennio 2023/2025 sarà il tempo dell’ efficientamento. Queste sì, che sono spudorate chiacchiere.
Io, adesso – continua il consigliere – forniscono dei numeri. Se i numeri sono fasulli, pretendo che il dottor De Salazar mi smentisca pubblicamente. Procediamo per gradi. L’azienda ospedaliera di Cosenza è accreditata per 711 posti letto, nonché per ulteriori 62 posti di terapia intensiva e di terapia semintensiva. Al momento i posti letto, effettivamente funzionanti, sono 425. De Salazar ha elaborato un piano di ampliamento, che prevede l’attivazione di altri 140 posti letto, per un totale complessivo di 565 posti. Quindi, nell’ipotesi migliore, a fronte di 711 posti letto ne saranno attivati 565, cioè a dire 146 in meno: mancherà all’appello – ammesso, sempre, che gli altri 140 posti saranno, per davvero attivati, il 20% dei posti accreditati. I 62 posti letto di terapia intensiva e di terapia semi intensiva non sono stati attivati e la relativa attivazione non è, neanche, prevista nel piano, ultimamente, elaborato da De Salazar.
Mi domando: questo è l’indice del miglioramento, del cambio di passo e dell’efficientamento? Ma, per carità, non scherziamo. Questo è l’indice del disfacimento dell’Ospedale, le cui responsabilità hanno nomi e cognomi chiari e precisi. Ancora. L’Azienda ospedaliera di Cosenza è soffocata da una mastodontica voragine debitoria, della quale la Corte dei Conti ha accertato – udite, udite -, un ulteriore incremento del 40% in un solo anno. Questo è l’indice del miglioramento, del cambio di passo e dell’efficientamento? Ma, non scherziamo. Questo è l’indice di una gestione contabile, letteralmente, fuori controllo, le cui responsabilità hanno nomi e cognomi chiari e precisi. E, questi, sono, i due dati, più eloquenti. E, tuttavia, non vanno, comunque, trascurati altri sintomatici dati. La legge 77 del 2020 prevedeva, per l’Azienda Ospedaliera di Cosenza, la realizzazione di un Pronto soccorso dedicato Covid con annessa TAC e Risonanza magnetica.
Sono trascorsi oltre tre anni e mezzo e anche il pronto soccorso dedicato Covid è rimasto scritto, solo, sulla carta. Ancora. Ci sono, per l’esattezza, 49 milioni e 350 mila euro, destinati e stanziati, appositamente, per l’ammodernamento strutturale e tecnologico dell’Ospedale civile dell’Annunziata. Eppure, questa montagna di denaro sta, vergognosamente, marcendo, inutilizzata nei cassetti. Questi sono i numeri. E, tutto questo, è indice di miglioramento, di cambio di passo e di efficientamento? Ma, per carità, non facciamo ridere i polli. Questo è indice di manifesta e insolente Infingardaggine, la cui paternità è chiara e precisa. E tra gli indicatori, utilizzati da Agenas, figurano, proprio e specificatamente, la gestione finanziaria e contabile degli ospedali, il rapporto tra il numero di posti letto accreditati e i posti letto effettivamente attivi, l’obsolescenza delle apparecchiature. E l’Agenas, giusto per inciso, non è una costola del Partito democratico. E, allora, stando così le cose, al di là di qualche folcloristico proclama di regime, l’Ospedale di Cosenza è, e ahimè – conclude Ciacco – resterà ultimo in classifica. E, allora, basta a turlupinare la gente».
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