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Alfredo Citrigno: «fallita la trattativa per acquisire il Cosenza calcio»

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Alfredo Citrigno: «fallita la trattativa per acquisire il Cosenza calcio»

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guarascio - Alfredo citrigno

COSENZA  – “La trattativa per quanto mi riguarda è giunta al termine e, purtroppo, non ha avuto esito positivo. Anche la seconda proposta, così come la prima, non ha avuto alcun riscontro concreto”. Parole nette e chiare quelle rese note con un comunicato da Alfredo Citrigno, imprenditore della sanità che si era detto interessato all’acquisizione del Cosenza calcio ed era uscito alla scoperto alcune settimane fa dichiarando di aver fatto un’offerta al patron Gauarascio per rilevare il Cosenza Calcio e chiedendo massimo riserbo. Tentativi, però, da quanto si legge nel comunicato andati a vuoto. “Resta nel mio cuore – prosegue Alfredo Citrigno – la gratificazione e l’affetto ricevuto dai tanti tifosi rossoblù, sono loro il vero patrimonio di questa società e li saluto con l’auspicio che questo sia solo un arrivederci”. “Per me – conclude Citrigno – il Cosenza Calcio rappresenta una sfida sociale: non conta la categoria di partenza, ma il viaggio da intraprendere insieme per raggiungere una meta che ci faccia risorgere“.

Resta adesso da capire, sulla base del comunicato scritto dalla società all’indomani della pesantissima sconfitta nel derby contro il Catanzaro, quando su sollecitazione del primo cittadino a farsi da parte era stato evidenziato che la trattativa per la cessione “stava progredendo” a quale imprenditore o gruppi di imprenditori si faceva riferimento o se si era trattato del solito specchietto per le allodole e non realtà non vi è alcuna voglia di vedere il Cosenza Calcio.

Le motivazione del Coni sul -4: inefficace il controllo del Cosenza

Intanto oggi sono state pubblicate le motivazioni del Collegio di Garanzia del Coni (ultimo grado della giustizia sportiva) che aveva confermato il pesantissimo -4 in classifica per gli illeciti amministrativi. Motivazioni che mettono nero si bianco gli errori della società che “ha avuto ampi poteri senza un controllo sufficiente, il che ha portato a decisioni errate e a comportamenti dolosi”. “Se non vi è stata una formazione adeguata, i dipendenti potrebbero non essere consapevoli delle procedure da seguire o delle conseguenze delle loro azioni, aumentando il rischio di violazioni”, si aggiunge.

Evidenziato anche come l’errore della rappresentante legale (la Anania) non potesse essere considerato un “caso fortuito” o una “forza maggiore”, poiché la scelta di effettuare altri pagamenti prioritari rispetto alle ritenute fiscali è stata deliberata consapevolmente. “Dalle indagini della Procura Federale emergerebbe: i) che l’organo di controllo incaricato dalla Società ha effettivamente condotto le verifiche che era tenuto a svolgere; ii) che il controllo non ha consentito di identificare l’errore commesso perché il controllore è stato tratto in inganno”.

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