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AI nella sanità. Agata Mollica (Ordine dei Medici di Cosenza) «supporterà ma non sostituirà il medico»
COSENZA – L’Intelligenza Artificiale entra ufficialmente nella sanità italiana. Con l’approvazione in Senato della Legge Quadro sull’Intelligenza Artificiale, l’Italia definisce finalmente principi, finalità e ambiti applicativi dell’IA, allineandosi al recente IA Act europeo. Tra i settori coinvolti, la sanità rappresenta uno dei più delicati e promettenti.
La legge, articolata in 28 articoli e 6 Capi, delega al Governo l’emanazione di decreti legislativi attuativi e disciplina una vasta gamma di settori: dalla pubblica amministrazione alla giustizia, dal lavoro alla ricerca scientifica, fino al sistema sanitario. In particolare, l’articolo 7 sancisce che «l’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale contribuisce al miglioramento del sistema sanitario, alla prevenzione, alla diagnosi e alla cura delle malattie, nel rispetto dei diritti, delle libertà e degli interessi della persona, anche in materia di protezione dei dati personali».
Agata Mollica “l’IA non sostituirà il medico”
Sul tema interviene Agata Mollica, presidente dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della provincia di Cosenza: «Il testo chiarisce che l’IA non sostituirà il medico, ma agirà come strumento di supporto nei processi clinici, lasciando al professionista sanitario la responsabilità e la decisione finale. Questo principio è fondamentale per garantire sicurezza, appropriatezza e rispetto della relazione medico-paziente».
Mollica sottolinea l’importanza di un perimetro etico e giuridico chiaro: «Senza regole, si sarebbero potuti generare scenari di insicurezza clinica e inappropriatezza applicativa, con il rischio di delegare a un algoritmo decisioni vitali per i pazienti. Il medico deve mantenere autonomia e centralità nel processo terapeutico, pur potendo contare su strumenti digitali in rapida evoluzione che lo affiancano e potenziano».
Con lo sguardo al futuro, Mollica conclude: «Gli anni a venire si preannunciano sfidanti ma ricchi di opportunità. Sarà essenziale preservare l’integrità dell’atto medico e vigilare contro le facili suggestioni di una tecnologia che può affascinare, ma anche ingannare. La chiave sarà mantenere, in ogni momento della vita professionale, entusiasmo e spirito critico. Solo così i medici potranno davvero governare i nuovi strumenti, e non esserne governati, nell’interesse della comunità e dei pazienti».
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