Area Urbana
Accusati di truffa pluriaggravata da 230mila euro. Assolti due avvocati cosentini “il fatto non sussiste”
COSENZA – Erano accusati di truffa pluriaggravata perchè, secondo la tesi accusatoria, avrebbero agito per fini di lucro ai danni di un terzo socio di una società creata insieme ai due avvocati: un agente di commercio che aveva versato insieme ai due avvocati 230mila euro. La società si occupava di ristorazione in Spagna ed in particolare della promozione dei prodotti calabresi all’estero. Accogliendo le richieste della difesa, rappresentata dagli avvocati Domenico De Maio e Mario Alberelli del Foro di Cosenza, il Giudice, Dott.ssa Stefania Antico, ha invece assolto i due avvocati con la formula “perché il fatto non sussiste”. Il Pubblico Ministero e la Parte Civile avevano invece chiesto la condanna alla reclusione oltre al risarcimento del danno.
L’ipotesi accusatoria
Secondo l’ipotesi accusatoria della Procura di Cosenza sarebbero stati commessi dai due soci artifizi e raggiri (in continuazione dal 2019 al 2022), aggravati dall’aver cagionato, per fini di lucro, un danno di particolare gravità, dall’aver approfittato di circostanze di tempo e di luogo, dall’aver tentato di aggravare le conseguenze del reato commesso e ingenerando nella persona offesa il timore di un pericolo immaginario.
La società per la promozione dei prodotti calabresi all’estero
I fatti risalgono al 2019 quando tre cosentini residenti a Rende, due avvocati ed un agente di commercio, decidono di costituire una società per attività di ristorazione in Spagna e finalizzata in modo particolare alla promozione e valorizzazione dei prodotti calabresi all’estero. Dalle reciproche intenzioni aziendali i tre soci costituiscono a Cosenza la loro società.
Viene subito aperto un ristorante a Murcia ma gli affari all’inizio arrancano e per questo motivo è necessario versare ulteriori capitali. I due avvocati cosentini, F.F. e F.G., conferiscono nella società denaro proprio e sollecitano a partecipare alle spese anche il terzo socio, l’agente di commercio F.P. Contribuisce anche lui versando 230 mila euro al pari degli altri due soci che avevano versano la sua stessa cifra.
La querela verso i due avvocati
Successivamente ed inaspettatamente, l’agente di commercio deposita una querela verso i due lamentando artifizi e raggiri e documentando, a suo dire, le richieste di denaro da parte dei due avvocati e la mancata esecuzione del conferimento (qualora il socio non esegua il pagamento delle quote dovute). Questo avrebbe ingenerando in lui il pericolo immaginario di pignoramenti e la responsabilità personale in caso di mancato esecuzione del conferimento.
La Procura di Cosenza aveva sposato la tesi del socio deluso e, dopo aver interrogato i due avvocati, ne aveva disposto il rinvio a giudizio con la pesante accusa di truffa pluriaggravata.
La richiesta del rito abbreviato e l’assoluzione
Di diverso avviso invece i legali dei due avvocati, Domenico De Maio e Mario Alberelli che, riconoscendo l’innocenza dei loro assistiti, negli stessi atti processuali con cui è stato disposto il rinvio a giudizio dalla Procura di Cosenza avevano chiesto che i due avvocatoi fossero giudicati allo stato degli atti con il rito abbreviato. Come detto PM e parte civile avevano chiesto la condanna alla reclusione oltre al risarcimento del danno. Dopo le lunghe discussioni dei difensori e al termine di un’articolata camera di consiglio, il Giudice Dott.ssa Stefania Antico, in accoglimento delle richieste degli avvocati, ha invece assolto gli imputati con la formula “perché il fatto non sussiste”.
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