Accusati di aver percepito il reddito di cittadinanza con false dichiarazioni. Assolti in appello 3 cosentini

CATANZARO – Erano finiti a processo con l’accusa di aver percepito indebitamente il Reddito di Cittadinanza. Tre persone, tutte appartenenti alla stessa famiglia, S.M., S.A. ed S.U., residenti a Scigliano nel cosentino, con l’accusa di avere percepito il “reddito di Cittadinanza” utilizzando dichiarazioni attestanti informazioni non veritiere e per il reato di cui all’art.110 c.p e art.7  DL 28 gennaio 2019, erano stati condannati in primo grado, dal tribunale di Cosenza, alla pena di un anno e quattro mesi di reclusione ciascuno.

Il ricorso in appello e l’assoluzione

Tutti gli imputati avevano impugnato la sentenza di primo grado ricorrendo in appello assistiti dall’Avvocato Fabrizio Falvo del foro di Cosenza che, in data odierna, ha sostenuto la discussione dinanzi alla Terza sezione penale della Corte d’Appello di Catanzaro. Il difensore ha evidenziato la mancanza assoluta degli elementi costitutivi del reato e che gli imputati si erano rivolti ad un CAF per la predisposizione e l’invio della documentazione necessaria ad ottenere il beneficio del reddito.

Il difensore ha anche sostenuto che gli indagati vivevano in nuclei separati e distinti, come dimostrato dalla documentazione prodotta e che, pertanto, i fatti erano connotati da assenza della volontà di commettere la violazione delle norme imperative, atteso che è richiesto nella fattispecie un dolo specifico, oltre ad eccepire che i fatti erano caratterizzati da un minimo grado di lesività. La Corte d’Appello, accogliendo le richieste dell’avvocato Fabrizio Falvo, riformava la sentenza di condanna del Tribunale di Cosenza e mandava assolti tutti e tre gli imputati.