Segnala una notizia

Hai assistito a un fatto rilevante?
Inviaci il tuo contributo.

Richiedi info
Contattaci

A Cosenza la festa “Eid al‑Adha” della comunità musulmana. Ma compare la scritta “remigrazione”

Area Urbana

A Cosenza la festa “Eid al‑Adha” della comunità musulmana. Ma compare la scritta “remigrazione”

Marco Belmonte

Pubblicato

il

moschea cosenza remigrazione

COSENZA – In questo fine settimana, la moschea di Cosenza ha ospitato centinaia di fedeli musulmani provenienti da tutta la provincia per celebrare l’Eid al‑Adha, la “Festa del Sacrificio”. Un evento che ha confermato la presenza consolidata e in continua crescita della comunità musulmana nel territorio. La giornata è stata segnata da preghiere collettive, rituali tradizionali e momenti di festa, a testimonianza di una realtà ormai radicata nel tessuto sociale cittadino.

Tuttavia, questa crescita non è sempre vista con favore da tutti. Nel passato recente, abbiamo già affrontato sulle preoccupazioni e sui timori della nostra città sulla comunità islamica, Fatih Mohamed, presidente dell’Associazione musulmana di Cosenza Rende “Arahma”, e l’imam Mouktar Diakite, avevano condannato fermamente ogni forma di terrorismo, sottolineando che l’Islam è una religione di pace, e che accostare il termine “terrorismo” all’Islam è erroneo e dannoso  in risposta proprio alle polemiche del giovane Tunisino arrestato per terrorismo che frequentava la moschea.

Durante la giornata di festa, proprio lungo il percorso che dalla zona dell’autostazione porta alla moschea, è comparsa una la scritta: “remigrazione art‑52”. Si tratta di un gruppo nato nel Nord Italia sui social contro il fenomeno dei cosiddetti maranza. Un segnale di dissonanza rispetto alla comunità. Ma quella scritta sul muro potrebbe essere anche una provocazione. Nella zona, hanno più volte segnalato i residenti, dopo una certa ora, si verificano risse e situazioni di pericolo.

Il termine “remigrazione” è un concetto elaborato dalla destra estrema europea e indica un rimpatrio forzato di massa, spesso rivolto contro immigrati e minoranze etniche o religiose. Nato in Francia nel 2014 e diffuso da movimenti come l’AfD in Germania e i gruppi identitari in Austria, questo termine ha trovato anche in Italia terreno fertile, adottato da esponenti dell’estrema destra come CasaPound e ambienti giovanili legati a movimenti ultrà.

Questi episodi mettono in luce una realtà contraddittoria: da un lato, Cosenza è una città storicamente aperta e accogliente, con una comunità musulmana sempre più integrata. Dall’altro, c’è una parte che manifesta un rifiuto che si esprime anche con atti simbolici e intimidatori. La scritta durante l’Eid al‑Adha non è un caso isolato, ma un chiaro segnale che la crescita della comunità musulmana non sempre viene accompagnata da un’accoglienza. È fondamentale che le istituzioni, le autorità religiose e civili rispondano con fermezza a questi segnali, riaffermando l’importanza dell’inclusione e contrastando ogni forma di discriminazione e odio.

La comunità musulmana di Cosenza, con le sue tradizioni, il suo impegno sociale e la sua presenza sempre più visibile, rappresenta un patrimonio di diversità culturale che arricchisce tutta la città. L’Eid al‑Adha, festa di fede e sacrificio, diventa così anche un momento per riflettere sul cammino della nostra società: Cosenza è una società che deve scegliere se essere capace di accogliere e crescere insieme, o di chiudersi in paure e divisioni, ma sicuramente speriamo che si tratti solo di un caso isolato, conoscendo proprio la comunità cosentina, aperta e accogliente che da anni si è differenziata nel resto della Calabria e dalla destra europea.

Pubblicità .

Categorie

Social

quicosenza

GRATIS
VISUALIZZA