Calabria
Corruzione e maltrattamento animale alla Magna Grecia: rinvio a giudizio per i medici
CATANZARO – Avrà inizio il 28 novembre, come stabilito dal gip di Catanzaro, Gilda Danila Romano, l’udienza preliminare a carico di 27 persone per le quali è stato chiesto il rinvio a giudizio nell’ambito dell’inchiesta denominata “Grecale” sulla presenza di un’associazione per delinquere all’interno dell’università Magna Graecia di Catanzaro che avrebbe commesso una serie illeciti nella gestione di due laboratori con cavie vive, detti stabulari, all’interno dell’ateneo. Negli Illeciti, secondo l’accusa, sarebbero stati coinvolti, tra gli altri, l’ex rettore dell’ateneo, Giovambattista De Sarro, docenti, veterinari dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro e il presidente dell’organismo preposto al benessere degli animali (Opba), Domenico Britti. Gli imputati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere, maltrattamento di animali, uccisione di animali, corruzione, falso e false informazioni al pm.
LEAL: “Continueremo a denunciare”
A seguito della denuncia presentata da LEAL e da varie associazioni la Procura di Catanzaro ha disposto il rinvio a giudizio di diversi medici coinvolti in un’inchiesta che ha portato alla luce un sistema illecito all’interno dell’Università Magna Graecia e dell’Azienda Sanitaria Provinciale (ASP) di Catanzaro. Le accuse includono gravi reati come corruzione, falso, truffa aggravata e maltrattamento degli animali detenuti nei laboratori universitari.
“Questa vicenda conferma quanto sia urgente un controllo più rigoroso e trasparente sulle condizioni degli animali utilizzati nella sperimentazione scientifica. Non è possibile che la tutela del benessere animale resti subordinata a interessi economici e di potere – dichiara Gian Marco Prampolini, presidente LEAL -. La nostra associazione continuerà a vigilare e a denunciare ogni abuso, per l’abolizione definitiva di queste pratiche disumane.”
L’inchiesta ha rivelato un sistema di favoritismi tra dirigenti universitari e sanitari, corruzione sistematica nelle ispezioni e violazioni continue delle normative previste dal Decreto Legislativo n. 26/2014, che dovrebbe garantire il benessere degli animali utilizzati a fini scientifici.
“LEAL – conlude in una nota l’associazione – continuerà a denunciare tempestivamente alle autorità competenti irregolarità riscontrate o segnalate e invita le istituzioni a rafforzare i controlli e a promuovere un’adozione reale di metodi sostitutivi alla vivisezione”.
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