Calabria
Prezzi fuori controllo e caro ombrellone: è fuga dai lidi. Scambio di accuse tra gestori e utenti
COSENZA – Spiagge piene soltanto nel weekend, ombrelloni chiusi nel resto della settimana. Un calo medio nelle presenze negli stabilimenti balneari tra il 20 e il 30%, acuito principalmente nelle più rinomate località di villeggiatura, anche se il calo si registra un po’ ovunque, da Nord a Sud ed anche in Calabria. Non solo ombrellone e lettino, ma anche i consumi ridotti al minimo per i servizi di bar, ristorante e noleggio attrezzature.
È il bilancio preoccupante dei mesi di giugno e luglio stilato dagli operatori del settore, che sperano in una ripresa nelle settimane centrali di agosto, ma sanno bene che questa falsa partenza peserà sul fatturato della stagione. Colpa del caro ombrellone, puntano il dito le associazioni dei consumatori. Assoutenti denuncia politiche tariffarie “folli”: una giornata al mare può costare oltre 32 € in media, fino a 90 € a Gallipoli e 120 € in alcune località della Sardegna; i servizi accessori (parcheggi, snack, pedalò) accentuano ulteriormente il carico
Caro ombrellone: aumenti significativi e impatti sulle famiglie
Secondo l’indagine di Altroconsumo, nel 2025 il prezzo medio per una postazione composta da ombrellone e due lettini è aumentato del 5% rispetto al 2024, e del 17% rispetto al 2021, passando da circa 182 € a 212 € a settimana. Federconsumatori segnala un trend di crescita del +8% negli ultimi tre anni. Codacons definisce il mare come “un salasso per le famiglie” e parla di “lacrime di coccodrillo” da parte dei gestori degli stabilimenti e stila la lista dei servizi di lusso, dalla tenda imperiale del Twiga da “1.500 euro al giorno” alla zona exclusive del Cinque Vele Beach Club di Pescoluse “che per la data del 16 agosto costa 940 euro”. ed evidenzia aumenti che rendono sempre più difficile frequentare i lidi a pagamento. L’aumento dei costi rispetto all’aumento del potere d’acquisto delle famiglie crea un contesto difficile per le spese voluttuarie come il mare.
Vip sui social scatenati “spiaggia libera e panino da casa”
Intanto sui social è un alternarsi di foto e video che mostrano lidi deserti e ombrelloni chiusi. “Forse avete un po’ esagerato con i prezzi e la situazione economica del paese spinge gli italiani a scegliere una spiaggia libera?”, si chiede Alessandro Gassmann sui social. Ed anche altri ‘vip’ come Salvo Sottile condividono via social la stessa lamentela.
L’inviato di Striscia la Notizia “Pinuccio” in un video evidenzia che quelle vuote non sono le spiagge libere ma quelle a pagamento “forse avete esagerato con prezzi e avete rotto il c…o: non si può portare da mangiare, si deve pagare il parcheggio il ristorante e il bar costano un botto e gli stipendi delle famiglie sono sempre quelli. È solo l’inizio e andrà sempre peggio”.
Daniela Santanchè “allarmismo. In estate non c’è solo il mare”
Accuse respinte dai gestori, che chiamano in causa la riduzione del potere d’acquisto delle famiglie. E la ministra, Daniela Santanchè, parla di “allarmismo”, ricordando che “il turismo sta cambiando e “l’estate non è solo mare”. Per Santanchè, “parlare di crisi del turismo di agosto è allarmistico e fuorviante. I primi due mesi estivi hanno visto l’Italia al top del mercato turistico mediterraneo, sia per tasso di saturazione online travel agencies che per competitività dei prezzi, con un 48% di saturazione per giugno e oltre il 43% a luglio, da un lato, e una tariffa media più bassa rispetto a competitor come Grecia e Spagna, dall’altro”. Il settore, dice la ministra, “sta andando bene, con il segno “più” in molte voci ma sempre più turisti scelgono i “mesi di spalla“, come appunto i primi quattro mesi dell’anno.
Le stime di Assobalneari vedono una contrazione “sia in termini di presenze che di consumi”: un fenomeno legato alla riduzione del potere di acquisto delle famiglie e al rallentamento del turismo straniero, soprattutto europeo, “influenzato da uno scenario internazionale instabile e incertezze economiche”. Il presidente Fabrizio Licordari rivendica di aver chiesto agli associati di “non aumentare le tariffe, ma di prevedere al massimo adeguamenti contenuti, per venire incontro alle difficoltà delle famiglie”. Piuttosto, dice, spetta al governo continuare a “difendere il settore balneare italiano dagli attacchi dei tecnocrati di Bruxelles, che vorrebbero mettere a gara le concessioni in modo illegittimo”.
Sindacato Italiano Balneari “a luglio -25% in Calabria”
Per il Sib, se a giugno si è registrato “un aumento complessivo di circa il 20% di presenze e di consumi” rispetto al 2024, a luglio invece c’è stata “una riduzione complessiva di circa il 15% (con punte di 25% in alcune Regioni come la Calabria e l’Emilia Romagna)“. Sulle nostre spiagge “ci sono meno italiani e più stranieri”. Stagione deludente anche per Fiba Confesercenti, che segnala “un calo tra il 25 e il 30% nelle presenze tra giugno e luglio”. Le associazioni dei consumatori invece non hanno dubbi: il mare è diventato “un salasso per le famiglie”, sostiene il Codacons,
L’Unione Consumatori punta il dito contro “il caro vita”, ma ricorda che “stabilimenti balneari, piscine e palestre a luglio sono rincarati in appena un mese del 3,7%, collocandosi al sesto posto della top ten dei rialzi congiunturali. Un dato che va di pari passo con i rialzi dei villaggi vacanza, +15,7%, o dei pacchetti vacanza, al primo posto con un astronomico +16,1%”. E Assoutenti punta l’indice sulle alle politiche tariffarie folli adottate dai gestori dei lidi che “dopo i rincari legati alla pandemia e al caro-bollette, non hanno ribassato i listini”.
Una lettura “superficiale e fuorviante” secondo il presidente di Fiba, Maurizio Rustignoli. “Gli aumenti, laddove ci sono stati, si aggirano sul 4-5%, percentuali molto basse. Si continuano a ventilare costi giornalieri tra i 40 e i 60 euro per ombrellone e due lettini, ma se parliamo di servizi standard, comprese la vigilanza e la sorveglianza in mare, si va dai 18 ai 30 euro”. Ma sullo sfondo resta “la grande incertezza che grava da dieci anni sul comparto balneare: gli imprenditori sono chiamati a investire senza conoscere il loro futuro”.
L’estate 2025 è caratterizzata da un aumento significativo dei prezzi nei lidi, che ha generato reazioni forti dalle associazioni dei consumatori e determinato una flessione netta delle presenze nei lidi, specialmente in alcune regioni. Le richieste sono chiare: più trasparenza, controllo dei listini, promozione del libero accesso alle spiagge e una regolazione delle concessioni. Solo così si potrà riequilibrare il rapporto tra qualità dei servizi e accessibilità per le famiglie.
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