Calabria
Salario minino in Calabria, Tavernise (M5S) presenta una proposta di legge: «Rimettere dignità al lavoro»
REGGIO CALABRIA – Il consigliere regionale e capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Davide Tavernise tramite una nota fa sapere di aver depositato una nuova proposta di legge sul salario minino. “Le dimissioni del Presidente Occhiuto hanno di fatto paralizzato la macchina burocratica regionale, lasciando in sospeso atti e provvedimenti – dice Tavernise – Ma la politica vera, quella che nasce per servire i cittadini e non per inseguire tornaconti personali non si ferma. Mentre lui congela la Calabria per calcolo politico, noi continuiamo a lavorare per dare risposte concrete”.
È in questa direzione che si colloca la proposta di legge denominata “Disposizioni per incentivare la qualità e la sicurezza del lavoro, l’applicazione del salario minimo orario di nove euro, la sostenibilità energetica e ambientale, la legalità e la stabilità occupazionale”.
Salario minino in Calabria, in cosa consiste la proposta di legge di Tavernise
“Si tratta di un testo che non grava sul bilancio regionale – spiega il consigliere regionale pentastellato – ma che introduce un sistema di regole e criteri premianti negli appalti e nelle concessioni pubbliche per garantire un salario minimo di almeno nove euro lordi l’ora e combattere il fenomeno del lavoro povero, rafforzare la sicurezza nei luoghi di lavoro con controlli mirati e standard più elevati soprattutto nei cantieri e nei settori ad alta intensità di manodopera, premiare le imprese che rispettano i contratti collettivi più rappresentativi, adottano misure di sostenibilità ambientale ed energetica e si impegnano nella legalità, tutelare la stabilità occupazionale attraverso la clausola sociale nei cambi d’appalto, contrastare il dumping salariale e le infiltrazioni criminali negli appalti pubblici”.
Tavernise ricorda che la Calabria è maglia nera in Italia per disoccupazione e reddito pro capite: “Troppi giovani lasciano la nostra terra e troppe famiglie vivono con stipendi che non bastano per arrivare a fine mese. Questa proposta non è un libro dei sogni, ma un atto concreto che mette la dignità del lavoro e la giustizia sociale al centro delle politiche regionali. Mentre Occhiuto blocca la macchina amministrativa per le sue vicende personali, noi dimostriamo – conclude – che un’altra Calabria è possibile. Una Calabria in cui la politica non è fatta di scenari elettorali e tatticismi, ma di lavoro quotidiano per migliorare la vita delle persone”.
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