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Cosenza, la grinta di Buscè “qui perchè ci credo. Dobbiamo raddrizzare la barca, con me solo calciatori motivati”

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Cosenza, la grinta di Buscè “qui perchè ci credo. Dobbiamo raddrizzare la barca, con me solo calciatori motivati”

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COSENZA – Arrivato un pò in ritardo, anche il neo tecnico del Cosenza Buscè si è sottoposto alle domande dei giornalisti mentre la squadra affronterà domani pomeriggio la prima amichevole precampionato contro l’ASD Accademy Montalto Uffugo. “Il Cosenza è una buona squadra, ma con una retrocessione alle spalle – ha detto il tecnico. – Per questo è importante non guardare indietro ma guardare solo avanti. Dobbiamo raddrizzare la barca e portarla a fare un viaggio importante. Ho chiesto garanzie al DS sulla squadra e sui calciatori”.

Poi quello che Buscè ha ripetuto più volte durante la conferenza stampa: le motivazioni. “Qui a Cosenza ho bisogno solo di gente motivata non di alibi o di scuse. Sono qua perchè ci credo, so cosa vuol dire affrontare determinate dinamiche in un club. La base da costruire d’ora in avanti sono solo la voglia e le motivazioni. Chi rimane, ma anche ci arriverà, deve essere un professionista ed essere consapevole di lavorare solo per il bene Cosenza. Puoi avere anche nel sangue il rosso e il blu ed essere un professionista, ma se non si hanno motivazioni non si va da nessuna parte. Io non ho fatto promesse a nessun calciatore, sia esso un giovane o un professionista navigato. Bisogna fare l’interesse del Cosenza Calcio e non del singolo. L’ho vissuto sulla mia pelle: quando c’è da costruire un ciclo lo si fa, quando serve ripartire si fa tabula rasa, perchè serve la mente pulita altrimenti riaffiorano gli stessi problemi. Le forzature a me non piacciono“.

“Ho trovato sicuramente una fragilità mentale dovuta allo scorso campionato. Parlo con i calciatori e cerco di capire chi abbia voglia di sposare questo progetto. Inutile prendere giocatori così, tanto per prenderli, e cerchiamo di costruire una squadra che possa affrontare questo girone che può essere definito una B2. La Lega Pro è tremenda, serve gente motivata, che lotta, corre e prende le botte. Un campionato difficilissimo dove vige l’aspetto mentale“.

“Vengo da una realtà dove non ho avuto un settore giovanile alle spalle. Mi sono costruito da solo; quando ho iniziato a fare l’allenatore l’ho fatto in uno dei settori giovanili migliori d’Italia. È chiaro che non si può costruire qualcosa nel giro di pochi giorni”.

 

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