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Omicidio Gioffrè: botta e risposta tra consulenti. PM chiede e ottiene di risentire Mirabelli, lei dice no

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Omicidio Gioffrè: botta e risposta tra consulenti. PM chiede e ottiene di risentire Mirabelli, lei dice no

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Tizaiana Mirabelli

COSENZA – Ultime battute, in Corte d’Assise a Cosenza (Presidente Paola Lucente), sul processo per l’omicidio di Rocco Gioffrè, 75 anni, avvenuto il 4 febbraio 2023 in via Monte Grappa. Unica imputata Tiziana Mirabelli, 49 anni, rea confessa dell’omicidio ma che ha sempre sostenuto di essersi difesa dopo un tentativo di violenza sessuale sotto la minaccia di un coltello temendo per la sua vita. Nell’udienza di questa mattina sono stati ascoltati il medico legale Berardo Silvio Cavalcanti, consulente nominato dall’ufficio della procura, e Massimiliano Cardamone consulente della difesa. Il Pubblico Ministero, Bianca Maria Battini, aveva chiesto alla Corte di acquisire la memoria con le controdeduzioni di Cardamone. Ma dopo il no del difensore della Mirabelli, l’avvocato Cristian Cristiano, all’acquisizione, la Corte D’Assise ha deciso di ascoltare in aula il dottore Calvanti, solo sulla dinamica del fatto. I due sono rimasti, come prevedibile, sulle stesse posizioni per quanto riguardava colluttazione e traumi, coltellate e ferite alle mani della Mirabelli.

Si della Corte ad acquisire i video degli interrogatori della Mirabelli

Anche quando la Corte ha dato loro la possibilità di confrontarsi, ognuno è rimasto sulle proprie posizioni con tanto di foto e documenti. A questo punto, proprio dopo la discussione tra i due consulenti, il PM ha chiesto alla Corte di poter riascoltare Tiziana Mirabelli, oltre a chiedere nuovamente di acquisire integralmente i video degli interrogatori del 19 febbraio e 20 giugno. La Corte d’Assise, dopo una breve camera di consiglio, ha acconsentito ad acquisire i due video integrali dell’interrogatorio (solo nelle parti relative alle contestazioni) oltre a dare il consenso ad ascoltare nuovamente la Mirabelli su fatti e circostanze emerse oggi dal confronto, ma la Mirabelli non ha prestato il consenso “quello che dovevo dire l’ho detto, sono stanca non ho più nulla da aggiungere” ha dichiarato. La Mirabelli ha sempre facoltà di poter rendere spontanee dichiarazioni.

La colluttazione con Gioffrè e il nodo delle lesioni

Tornando alle controdeduzioni, rispetto alla consulenza effettuata della difesa, Cavalcanti ha spiegato di aver rilevato delle “criticità” proprio su quella consulenza, ma anche su quanto riferito in aula dallo stesso consulente della difesa, in particolare su 5 punti. Il primo è a quanto aveva riferito la Mirabelli sulla colluttazione avuta con Gioffrè. Cardamone ha ribadito in aula che sia dall’esame del cadavere, sia dalla visita effettuata da lui stesso alla Mirabelli in carcere, che sulle valutazioni dei medici che per prima la visitarono, non sono state riscontrate lesioni da colluttazioni ovvero uno scontro violento tra due persone che siano graffi, morsi, ecchimosi, contusioni e così via). “Il cadavere di Gioffrè – spiega Cavalcanti – presenta unicamente delle lesioni da accoltellamento e lesioni traumatiche agoniche; non ci sono lesioni riconducibili a colluttazioni. La stessa Mirabelli presenta delle lesività alle mani, ma non è emerso che avesse delle lesioni da colluttazioni. La mia necessità era quella di rappresentare che da un punto di vista medico-legale, secondo il mio parere, non c’è un oggettiva evidenza dell’avvenuta colluttazione tra i due“.

Sul punto, invece, il consulente della difesa Cardamone spiega “non necessariamente la colluttazione deve corrispondere una lesività rilevante e grave: anche uno strattone può essere una colluttazione. La stessa Mirabelli ci dice che è stata ammazzata di palate dal Gioffrè. Bene uno schiaffo o un pugno lasciano delle lesioni che che dal punto di vista medico-legale si chiamano irritazioni e non lasciano tracce. Nel senso che scompaiono perchè vengono riassorbite. Dobbiamo contestualizzare il dato. Ovvero, è coerente che la Mirabelli abbia subito dei colpi ma sono delle lesioni che possono essersi riassorbite”.

Il traumatismo alla mano destra

“Il secondo punto di criticità – ha spiegato ancora Cardamone – riguarda il traumatismo del 5 metacarpo della mano destra. Cardamone ci riferisce che il Gioffrè avrebbe estratto un coltello, della cui presenza non vi è alcuna evidenza. Avrebbe, da dietro, appoggiato o comunque accostato il coltello al collo della Mirabelli. La donna, per reazione, avrebbe elevato il braccio destro lo avrebbe iperesteso e, girandosi, con una rotazione del tronco, con la parte esterna un pugno avrebbe colpito lo zigomo de4l Gioffrè. Sul punto la Presidente Lucente ha evidenziato al consulente che la Mirabelli, nel corso dell’esame, ha riferito di essersi ferita la mano destra nel tentativo di spostare il coltello dal collo. Ma anche su questo Cavalcante ha espresso delle criticità.

Nel primo caso, mimando il gesto, le criticità sarebbero “nei limiti della forza al braccio, una volta che è stato iperesteso, chiuso il pugno ed elevato verso la vittima per colpire allo zigomo, vista la differenza di altezza”. In pratica per il consulente del PM con questo movimento è inficiata la forza contusiva “non c’è una forza lesiva tale da determinare un’ecchimosi. Per il medico legale dell’ufficio della Procura le contusioni al 5 metacarpo del dorso della mano sono state provocate dalle coltellate inferte sul colpo del Gioffrè. “non è un taglio ma c’è uno sfregamento continuo nello stesso punto che produce lesioni”. Su quanto riferito in aula dalla Mirabelli (ha afferrato il coltello con la mano per spostarlo dal collo ferendosi) Cavalcanti spiega che anche questo tipo di movimento, al massimo, si sarebbe provocata una ferita sul palmo della mano e non sul dorso del dito.

Di parere totalmente opposto il dottor Cardomane, che ha spiegato come vi sia stata una rotazione completa del tronco di 180 gradi e mentre era in rotazione ha colpito con un pugno allo zigomo il Gioffrè giustificando così la forza del colpo. Cardamone ha evidenziato, inoltre, che dalle rilevanze è emerso non vi era tutta questa differenza di altezza tra i due. Sulla lesività della mano destra il consulente della difesa ha spiegato anche che “non è stato omessa la lesione sul mignolo. Da un soggetto che sferra 41 colpi mi sarei aspettato una lesività superiore“.

Le lesioni alla mano sinistra

Per quanto riguarda le lesione della mano sinistra, Cavalcante spiega “noi abbiamo sostenuto che nello sferrare le 41 coltellate, di cui molte frontali, la Mirabelli abbia proteso l’arto superiore sinistro nell’afferrare l’indumento della vittima e che ci sia stata un entrata della lama che abbia tagliato la base posteriore mediale destro del pollice e poi l’indice. Abbiamo due ferite che si allineano ed hanno la stessa direzione delle “codette” (ovvero le lesioni sulla mano ai margini di una ferita da taglio, che possono fornire indicazioni sulla direzione in cui è stato inferto il colpo). Nella consulenza il dottore i Cardamone sostiene che siano ferite da punte e taglio. Per Cavalcati le ferite sono solo da taglio. La presidente chiede se con le lesioni iniziali e inferte nella parte anteriore il Gioffrè sarebbe morto lo stesso. Calavanti risponde con un “si”. Tra poco più di una settimana la prossima udienza dove ci sarà la requisitoria del PM con le richieste.

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