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Cosenza: “Oltre le sbarre”, la voce silenziosa del volontariato nella storia di Daniele Bruno

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Cosenza: “Oltre le sbarre”, la voce silenziosa del volontariato nella storia di Daniele Bruno

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COSENZA – C’è un volontariato che si fa spazio nel silenzio e si realizza nell’ascolto. È il volontariato di chi sceglie di esserci dove pochi guardano. Come Daniele Bruno, giovane calabrese, laureato in Scienze Religiose e segretario dell’Ufficio Missionario della diocesi, che ha deciso di dedicare parte della sua vita ai detenuti della Casa Circondariale “Sergio Cosmai” di Cosenza.

Un cammino iniziato con un semplice desiderio: “stare vicino alla sofferenza altrui”, come ha raccontato durante un recente incontro pubblico. Una scelta che è diventata presto vocazione. Accompagnato spiritualmente da don Victor Velez Loor, cappellano del carcere, Daniele ha cominciato con piccole attività all’esterno, accanto a persone agli arresti domiciliari, per poi varcare – in punta di piedi – la soglia della realtà carceraria.

Dentro quelle mura, Daniele non porta solo parole, ma soprattutto presenza. Partecipa alle messe, condivide momenti di preghiera e musica con i detenuti, raccoglie indumenti, si dedica ai laboratori artigianali. Ma il vero cuore del suo impegno è l’ascolto, lo stare, il costruire relazioni umane. “Ogni volta che entro lì dentro – dice – lascio il mio mondo fuori per essere pienamente presente. È una realtà dura, ma profondamente umana”.

La sua esperienza non è solo una testimonianza di generosità, ma un invito: a guardare oltre, ad accorgerci che anche nei luoghi più oscuri può nascere luce, se qualcuno ha il coraggio di esserci. “Spero che la mia esperienza – conclude – possa parlare anche ad altri, e magari accendere in qualcuno lo stesso desiderio che ha guidato me”.

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