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Si è spento questa mattina il Pontefice: addio a Papa Francesco “è tornato alla casa del Padre”

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Si è spento questa mattina il Pontefice: addio a Papa Francesco “è tornato alla casa del Padre”

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ROMA – Papa Francesco Jorge Mario Bergoglio si è spento all’età di 88 anni. Sua Eminenza, il Card Farrell, ha annunciato con dolore la morte di Papa Francesco, con queste parole: «Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre Francesco. Alle ore 7:35 di questa mattina il Vescovo di Roma, Francesco, e’ tornato alla casa del Padre».

«La sua vita tutta intera è stata dedicata al servizio del Signore e della Sua chiesa. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio e amore universale, in modo particolare a favore dei più poveri e emarginati. Con immensa gratitudine per il suo esempio di vero discepolo del Signore Gesù, raccomandiamo l’anima di Papa Francesco all’infinito amore misericordioso di Dio Uno e Trino». Ieri Papa Francesco, in carrozzina, dalla loggia a Piazza San Pietro aveva pronunciato la benedizione Urbi et Orbi in occasione della Santa Pasqua salutato dall’ovazione dei fedeli presenti a Piazza San Pietro.

Papa Francesco: un uomo semplice dal cuore grande

Papa Francesco, il cui nome di nascita è Jorge Mario Bergoglio, era nato il 17 dicembre 1936 a Buenos Aires, in Argentina, da una famiglia di origini italiane. Primogenito di cinque figli, crebbe in un ambiente modesto e fortemente cattolico. Suo padre lavorava come ragioniere presso le ferrovie, mentre la madre si dedicava alla famiglia. Fin da giovane, Jorge mostrò una grande sensibilità verso i più deboli e un forte senso del dovere. Dopo aver studiato chimica, scelse di entrare nella Compagnia di Gesù, l’ordine religioso fondato da Sant’Ignazio di Loyola. Fu ordinato sacerdote nel 1969 e da allora intraprese un cammino spirituale e pastorale che lo portò, nel corso degli anni, a diventare una figura sempre più influente nella Chiesa argentina.

Una vita in mezzo alla gente

Come gesuita, Bergoglio si distinse per il suo stile di vita sobrio, il profondo impegno con i poveri e l’attenzione alla giustizia sociale. Anche durante il periodo più difficile della storia recente argentina — la dittatura militare degli anni ’70 — non mancò di mostrare coraggio e discrezione nel proteggere chi era perseguitato. Nel 1992 fu nominato vescovo ausiliare di Buenos Aires, poi arcivescovo nel 1998, e cardinale nel 2001 da Papa Giovanni Paolo II. In questi anni, Jorge Mario Bergoglio fu noto per la sua vicinanza alla gente comune: prendeva l’autobus, cucinava da solo e rifiutava i lussi del suo rango. Era considerato un “pastore con l’odore delle pecore”.

L’elezione al soglio pontificio

Il 13 marzo 2013, dopo la storica rinuncia di Papa Benedetto XVI, Jorge Mario Bergoglio fu eletto Papa, il primo gesuita e il primo pontefice sudamericano della storia. Scelse il nome di Francesco in onore di San Francesco d’Assisi, simbolo di povertà, umiltà e amore per il creato. La sua elezione segnò un punto di svolta. Papa Francesco, con il suo stile informale e la sua comunicazione diretta, iniziò subito a trasformare l’immagine del papato. Fece del dialogo, della misericordia e dell’apertura i pilastri del suo pontificato. Ha più volte chiesto una Chiesa “in uscita”, capace di raggiungere le periferie esistenziali e di accogliere tutti, senza giudizio.

Papa Francesco

Riforme, sfide e messaggi forti: ha saputo parlare al cuore del mondo

Durante il suo pontificato, Papa Francesco ha affrontato con coraggio temi delicati: la riforma della Curia romana, la trasparenza economica del Vaticano, la piaga degli abusi nella Chiesa, il cambiamento climatico e le migrazioni. Con l’enciclica Laudato si’ (2015), ha posto la cura del pianeta al centro della dottrina sociale cristiana, mentre con Fratelli tutti (2020) ha rilanciato un appello all’unità e alla fraternità universale. Non sono mancate critiche, anche da parte dei più conservatori, ma Papa Francesco ha continuato a camminare con fermezza sulla via della riforma, cercando sempre di riportare il Vangelo al centro della vita ecclesiale. La sua storia è quella di un uomo semplice, diventato guida di una Chiesa in cammino, che ha saputo parlare al cuore del mondo.

Uno dei momenti più iconici “Buonasera”, il saluto che ha fatto la storia

Era proprio la sera del 13 marzo 2013, e la piazza San Pietro era gremita di fedeli e curiosi, tutti in attesa di vedere il volto del nuovo Papa, eletto dopo la storica rinuncia di Benedetto XVI. Pioveva leggermente, e l’atmosfera era carica di emozione e attesa. Poco dopo le 19:00, dalla loggia centrale della Basilica di San Pietro, l’annuncio tanto atteso: “Habemus Papam!” Il nome che seguì lasciò molti sorpresi: Jorge Mario Bergoglio, cardinale argentino, poco conosciuto al grande pubblico, ma stimato nel collegio cardinalizio per la sua umiltà e sobrietà. Era il primo Papa gesuita, il primo sudamericano, e il primo a scegliere il nome di Francesco. Poi, un momento di assoluta semplicità che conquistò il cuore del mondo. Il nuovo Papa uscì sul balcone, si affacciò alla folla, fece una piccola pausa, e con un sorriso un po’ timido, disse: “Fratelli e sorelle, buonasera

Quelle due parole, così semplici, pronunciate con tono caldo e familiare, furono una rottura totale con la tradizione solenne del passato. Nessuna benedizione immediata, nessun discorso formale. Solo un saluto semplice, come se fosse un parroco di quartiere che si presenta alla sua nuova comunità. Subito dopo, Papa Francesco aggiunse: “Voi sapete che il dovere del Conclave era di dare un vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo… Ma siamo qui.”

Cordoglio dalla Calabria

Occhiuto: “Pastore degli ultimi, uomo dall’immensa umanità”

“Uomo di pace e di misericordia, Pastore degli ultimi, dall’immensa umanità. Il Pontefice giunto dalla fine del mondo che ha guidato la Chiesa con coraggio, carisma, e innovazioni rivoluzionarie. A Dio. Buon viaggio Papa Francesco”. Lo ha scritto su X Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.

Mancuso: “un’impronta indelebile nei nostri cuori”

“È con profonda tristezza che apprendiamo della scomparsa di Papa Bergoglio. La Calabria ricorda con affetto la sua visita pastorale del 21 giugno 2014 a Cassano all’Ionio, un momento storico che ha lasciato un’impronta indelebile nei nostri cuori. In quell’occasione, il Santo Padre ha celebrato la Santa Messa nella Piana di Sibari, dove ha pronunciato parole forti contro la ‘ndrangheta, affermando ‘I mafiosi sono scomunicati‘. Il suo impegno per la giustizia sociale e la vicinanza ai più deboli resteranno per sempre un esempio luminoso per tutti noi. A nome del Consiglio regionale della Calabria – scrive il presidente Filippo Mancuso – esprimo le più sentite condoglianze alla Chiesa Cattolica e a tutti i fedeli. La guida spirituale di Papa Francesco continuerà a ispirarci nel perseguire il bene comune, in una visione di solidarietà verso i bisogni dei cittadini e in particolare delle fasce sociali più fragili”.

 

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