COSENZA – Monta la protesta del quartiere di Portapiana. A causa delle numerose strade dell’area storica, chiuse per frane e smottamenti (l’ultima 10 giorni fa), tutta l’utenza che gravita nel centro storico, dagli studenti del Telesio ai residenti, è costretta ad attraversare la strada del quartiere di Portapiana.
Stamattina, in concomitanza con l’evento al liceo classico con il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, sulla strada del quartiere di Portapiana i residenti hanno inscenato una protesta, stanchi di dover subire la mole di traffico con auto che sfrecciano a pochi centimetri dall’ingresso delle loro case. Tutto questo perchè, la maggior parte delle strade dell’area sono chiuse per rischio idrogeologico, movimenti franosi e i lavori sono fermi.
Portapiana isolata. E il centro storico continua a crollare
Stefano Catanzariti, del comitato Piazza Piccola spiega: “Sono 4 anni ormai che in questa area del centro storico ogni giorno si registra una nuova chiusura. I fondi per la messa in sicurezza c’erano e ci sono. Ad oggi però, non è partito mezzo lavoro. Mentre al Comune pensano a progetti e cantieri, il centro storico continua a crollare: costoni che vengono giù e fanno emergere, la fragilità strutturale dal punto di vista idrogeologico. Ci sono 4 strade chiuse e questo luogo è inaccessibile. Via Campagna, via Petrarca con il semaforo, corso Vittorio Emanuele è chiuso e le altre strade sono troppo piccole. Anche la sicurezza è a rischio. Chi abita nel centro storico non deve essere costretto a subire tutto questo. Tante, troppe problematiche e chiediamo interventi immediati”.
“Ci hanno letteralmente bloccati – racconta una residente – ed in un quartiere come Portapiana, popolare e popoloso, non ci sono più servizi. La posta è stata chiusa e molti, soprattutto anziani, sono privati di un servizio importante. Chi abita in questa strada paga la chiusura di altre vie e questa ora è l’unica via d’accesso. Per tornare a casa chi abita qui impiega un tempo infinito, perchè tutte le arterie circostanti sono chiuso. Oggi siamo qui perchè pretendiamo una data certa, una motivazione valida sul perchè di tanti ritardi. Un ragazzo è morto ma può succedere di tutto non mettono a posto le cose. La nostra – conclude – è una protesta pacifica ma vogliamo essere ascoltati perchè anche noi siamo cittadini di Cosenza e paghiamo i tributi come gli altri”.
 
                         
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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