Italia
Killer evaso, intercettazioni fondamentali per la cattura di Sestito
NAPOLI – Per catturare il killer della ‘ndrangheta Massimiliano Sestito sono state fondamentali le intercettazioni telefoniche. I carabinieri hanno spiegato che l’impegno dei militari è stato “anche dovuto alla volontà di onorare l’appuntato dei carabinieri Renato Lio ucciso nel 1991”. Per arrivare al killer evaso è stato monitorato anche il web. Importanti anche le indagini sulle relazioni e su quelle che gli investigatori ritenevano le “coperture” nel luogo in cui è stato arrestato. Alla ricerca dell’evaso hanno preso parte, fra l’altro, i Nuclei investigativi dell’Arma di Milano e di Napoli, la Compagnia di Rho (Milano) e il Reparto operativo partenopeo. I carabinieri – è stato spiegato – hanno lavorato giorno e notto dispiegando tutti i mezzi necessari e utilizzando un numero imponente di militari. L’obiettivo è stato quello di agire nella maniera più tempestiva possibile per impedire a Sestito di diventare irreperibile.
Un’evasione, quella del killer Massimiliano Sestito, durata pochi giorni e finita alla Stazione Circumvesuviana di Sant’Anastasia in provincia del capoluogo partenopeo. Come già nel caso della prima evasione, nel 2013, anche questa volta quindi è stato trovato in Campania. Questa ultima volta il 52enne, ritenuto esponente della cosca Iezzo Chiefari Procopio, è stato arrestato mentre aspettava un taxi fuori dalla stazione della Circumvesuviana. Addosso aveva la carta d’identità del fratello, cui assomiglia, cellulare, chiavette usb, memory card, contanti in una busta della casa circondariale di Terni e anche due santini. Proprio le intercettazioni telefoniche sono state fondamentali, insieme al monitoraggio del web e alle indagini sulle relazioni esterne al carcere, per rintracciarlo velocemente.
All’Arma dei Carabinieri sono arrivati i complimenti del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi per “l’importanza di una operazione che ha consentito di interrompere in tempi brevi la latitanza del criminale già condannato a trenta anni per l’omicidio di un Carabiniere e che era fuggito in attesa del verdetto della Cassazione per un altro omicidio”. La Suprema Corte aveva già esaminato due volte il caso, una prima volta annullando una sentenza di condanna e disponendo un nuovo appello, poi annullando un’assoluzione. A seguito del rinvio, è stato condannato all’ergastolo dalla Corte d’appello di Roma nell’ottobre del 2021. Ora la Prima sezione penale della Cassazione dovrà decidere nuovamente sulla sua sorte: la sentenza è prevista alla fine del mese.
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