Area Urbana
Bergamini, procuratore Carpeggiani: “Denis avrebbe giocato in serie A se non fosse morto”
Bergamini doveva firmare con il Parma un contratto triennale a partire da 150 milioni a stagione fino a 190 milioni circa
 
																								
												
												
											COSENZA – Dopo uno stop di 24 ore è ripreso stamattina il processo sulla morte dell’ex calciatore del Cosenza, Denis Bergamini, morto il 18 novembre del 1989 a Roseto Capo Spulico lungo la statale 106 Jonica. In aula era presente anche l’unica indiziata, l’ex fidanzata del mediano rossoblu Isabella Internò. In Corte d’Assise di Cosenza sono stati auditi l’ex e ultimo procuratore sportivo di Denis, Bruno Carpeggiani e il medico specialista del Cosenza Calcio Enrico Costabile che seguì Bergamini durante il suo infortunio.
“Denis sarebbe andato in serie A se non fosse morto”
Il primo a sedersi al banco è stato l’ex procuratore di Denis che descrive il giocatore come un vero professionista. “Dopo l’infortunio Bergamini aveva ripreso alla grande e stava facendo un ottimo campionato anche dal punto di vista tecnico. Era seriamente proiettato verso la serie A“. Carpeggiani ricostruisce davanti alla Corte, l’incontro avvenuto nell’89 con il direttore generale del Parma, Battista Pastorelli. “Già il Parma aveva dimostrato interesse per Bergamini, infatti alla fine del campionato 88/89 Denis era a fine contratto con il Cosenza Calcio e perciò era libero di andare dove volesse”.
A luglio del 1989 si svolse la trattativa con Pastorelli all’Hotel Milanofiori. Bergamini telefonicamente parlò con il dirigente gialloblu e accettò l’offerta di andare a giocare per il prossimo campionato nella squadra parmigiana con un contratto triennale a partire da 150 milioni a stagione, fino a 190 milioni circa. Nell’hotel era presente anche la dirigenza del Cosenza – sottolinea alla corte Carpeggiani – impegnata nella sessione di calcio mercato. Insomma con il Parma era cosa fatta, mancava solo l’ufficialità della documentazione. Sennonchè, pochi minuti dopo, Carpeggiani, davanti la sua stanza d’hotel trova due o forse tre dirigenti rossoblu che comunicano la fine delle trattativa con il Parma e la riconferma di Denis al Cosenza. Il procuratore sorpreso dalla notizia richiama Bergamini che gli conferma di aver cambiato idea.
In aula Carpeggiani pensa che la decisione di Denis di non accettare con il Parma, fosse dettata dalla proposta di qualche dirigente del Cosenza che, avendo saputo del club parmigiano, offrì al giocatore le stesse condizioni contrattuali dell’altra squadra. Tant’è che è lo stesso Denis a dire a Carpeggiani: “alle stesse condizioni economiche resto al Cosenza”.
“Denis un professionista diligente”
Il secondo testimone di giornata è stato il dottor Enrico Costabile, medico all’epoca dei fatti, del Cosenza Calcio. Costabile passò con Denis i due mesi di riabilitazione dopo l’infortunio che costò al calciatore la rottura della tibia. Un rapporto però, strettamente professionale. “Durante le sedute di fisioterapia si parlava solo di calcio e del recupero fisico. Era un professionista diligente e seguiva le nostre indicazioni. Aveva voglia di tornare in campo ma voleva guarire bene, sapeva che da quello dipendeva il suo futuro calcistico”. Propositivo e combattivo, sono gli aggettivi con cui il medico descrive quel periodo difficile di Denis. “Non ha mai dato segni di abbattimento e tornò in campo prima dei tempi di recupero previsti, se non sbaglio rigiocò la partita Catanzaro – Cosenza “. Nella stagione successiva – dice il medico – Bergamini si era ripreso regolarmente, in più lo staff medico dopo l’infortunio, aveva sempre un occhio di riguardo per la sua caviglia.
La morte di Bergamini
Costabile venne a sapere della morte di Denis durante il consueto giro serale che faceva con lo staff medico, tra le stanza dei giocatori, durante il ritiro. “Vidi in una camera 5 o 6 giocatori seduti a terra in lacrime. Chiesi a Maltese cosa fosse successo e lui disse ‘hanno trovato Bergamini morto a Roseto Capo Spulico’. Sono rimasto senza parole, scioccato ho iniziato a piangere e mi sono domandato: ma cosa ci faceva Denis a Roseto Capo Spulico? Perchè era lì durante un ritiro?”
Il processo si aggiorna l’8 aprile.
 
 
                         
								 
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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