Area Urbana
Cosenza, la sanità privata “continua a licenziare”: a rischio oltre 34 lavoratori
“Ad Occhiuto vogliamo far capire che la sanità privata è una costola della sanità pubblica e che le cliniche non sono dei dormitori per vecchietti”
COSENZA – Stamattina un presidio, davanti l’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza, dei rappresentanti sindacali USB, CGIL e CISL che hanno denunciato le gravi problematiche relative al sistema sanitario privato accreditato. La vertenza dei dipendenti della società San Bartolo di Cosenza, a seguito dell’apertura della procedura di licenziamento ha significato la perdita del posto di lavoro per ben 25 lavoratori. Il 16 marzo 2022 è arrivata agli OO.SS. una comunicazione di avvio delle procedure di licenziamento relativa, questa volta, alla casa di riposo Villa Sorriso di Montalto Uffugo, di proprietà del gruppo Morrone. Tale procedura potrebbe evolversi con il licenziamento di ulteriore personale.
“Siamo qua perché negli ultimi mesi si susseguono procedure di licenziamento nelle cliniche private di questa città – spiega Ferdinando Gentile USB Cosenza – . E’ toccato prima alla San Bartolo ora a Villa Sorriso e crediamo fortemente che questo sia un meccanismo pericoloso che si sta verificando a discapito dei tanti lavoratori che per anni hanno svolto il loro lavoro in maniera esemplare. Non è possibile che con il decreto 81 – che da sostanzialmente la possibilità all’imprenditore di esternalizzare alcuni servizi – si sta facendo man bassa e si stanno licenziando tutte quelle figure che secondo loro non sono essenziali”.
In virtù di questo il presidio nasce per richiedere, un intervento immediato al commissario straordinario dell’A.S.P. di Cosenza Vincenzo La Regina, affinché si eviti il licenziamento di tutte queste persone e si apra una discussione proficua con tutti le istituzioni interessate in merito alla problematica delle strutture sanitarie private convenzionate.
“Questi licenziamenti che noi comunque riteniamo ingiusti di partenza – incalza Giovanni Lopez della CISL Cosenza – sono il punto di inizio per una discussione che deve essere affrontata in Calabria. Nella provincia di Cosenza la situazione è ancora più grave sul piano della sanità privata perché è considerata ‘la sanità degli accrediti’. I datori di lavoro, in questo momento, si stanno comportando come dei fruitori di servizi al ribasso e questo sta creando dei grossi problemi come ad esempio turni insostenibili per il personale. Ad Occhiuto – continua Lopez – vogliamo far capire che la sanità privata è una costola importante della sanità pubblica e che le cliniche non sono dei dormitori per vecchietti”.
Decreto Ucraina
Non è sfuggito al sindacalista il decreto “Misure urgenti” per l’Ucraina sulla questione dei medici, infermieri e operatori sanitari che, dopo lo scoppio della guerra il 24 febbraio, potranno lavorare in Italia fino al 4 marzo del 2023 “in deroga al riconoscimento dei titoli”. “L’ultimo step del Decreto Ucraina – dice Lopez – prevede l’immissione al lavoro del personale sanitario, che per carità sono persone che stanno soffrendo, vanno aiutate e ricollocate assolutamente ma, in questo momento – conclude Lopez – in Calabria non possiamo permetterci di perdere dei treni”.
 
                         
								 
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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