Provincia
Il grido disperato di una mamma cosentina: “aiutatemi il mio bimbo è malato”
Lui è Anthony due occhioni grandi e marroni, le guance paffute e rosse e un sorriso dolcissimo. Eppure dietro la sua tenerezza si nasconde una vita fatta esami invasivi e viaggi della speranza
 
																								
												
												
											COSENZA – Il piccolo Anthony soffre di una grave e rara malattia: l’ipospadia severa. Ha 4 anni ed è stato operato già tre volte e ancora non si sa quante altre operazione dovrà affrontare. Come se il suo calvario non bastasse, Anthony ha un rene ectopico e i medici sospettano la sindrome di Prader-Willi una malattia rara causata da una anomalia genetica localizzata a livello del braccio lungo del cromosoma 15, che porta all’assenza di espressione dei geni paterni, normalmente attivi, presenti in quella regione. È una patologia congenita con una considerevole complessità clinica e rappresenta la causa più comune di obesità sindromica.
Ma Anthony ha anche due occhioni grandi e marroni, le guance paffute e rosse e un sorriso dolcissimo. Eppure dietro la sua tenerezza si nasconde una vita fatta di visite continue, prelievi, esami invasivi e viaggi della speranza. Da quando è in fasce il nostro piccolo amico è costretto a subire la migrazione sanitaria verso il nord. Al suo fianco in questa battaglia c‘è la sua mamma, il suo papà e due fratelli. Una famiglia forte ma provata non solo dalla malattia del figlio ma anche dalle ingenti spese economiche che comportano le cure di Anthony.
Così mamma Francesca cerca aiuto ed apre una raccolta fondi: “abbiamo tante spese e altri due figli, il papa non può lavorare perché ci accompagna per analisi, accertamenti e visite. Ho bisogno d’aiuto. Anthony – scrive la mamma – ha una vita dì sofferenza, controlli invasivi, viaggi della speranza e pernottamenti in giro per l’Italia. Non ce la facciamo soli, abbiamo bisogno di voi“. I medici che hanno fino ad ora visitato il piccolo, tutto guance e sorrisi, non danno certezze sul futuro e sulle sue aspettative di vita. Ma la speranza e la voglia di questa famiglia cosentina di regalare al loro piccolo una vita migliore basta per continuare a combattere.
 
                         
								
 
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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