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Morto il docente che si diede fuoco davanti la caserma di Rende. È deceduto al Cardarelli

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Morto il docente che si diede fuoco davanti la caserma di Rende. È deceduto al Cardarelli

È morto dopo due settimane di agonia Francesco Chiarello, che il 31 gennaio scorso si era dato fuoco davanti la caserma dei carabinieri di Rende

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NAPOLI – E’ morto all’ospedale Cardarelli di Napoli dove era ricoverato dal pomeriggio di lunedì 31 gennaio, il giovane docente di 33 anni, originario della provincia di Crotone e residente a Rende, che si era cosparso di benzina davanti la caserma dei carabinieri di Rende dandosi fuoco.

A soccorrerlo per primi erano stati due gommisti, Roberto Viatore e Dmytro Berezyak, che hanno l’attività proprio davanti la caserma. Dopo aver assistito al gesto disperato dell’uomo, sono accorsi in suo soccorso per spegnere le fiamme utilizzando alcuni estintori ed aiutati poi dall’intervento dei carabinieri. Francesco Chiarello secondo quando si apprende, non ce l’ha fatta a causa delle gravissime ustioni riportate su oltre il settanta per cento del corpo e i diversi interventi chirurgici ai quali era stato sottoposto purtroppo si sono rivelati infruottosi. I sanitari del Centro grandi ustionati di Napoli hanno fatto di tutto per salvargli la vita ma dopo giorni di agonia, il docente è deceduto.

Nei giorni successivi al suo ricovero a Napoli, dopo il trasferimento dall’Annunziata di Cosenza, le sue condizioni erano state definite gravi ma stazionarie ma evidentemente nelle ultime ore, il quadro clinico è precipitato fino alla morte. Sui motivi che avevano portato al suo gesto erano circolate nelle ore successive diverse fake news così come il video con i momenti terrificanti della sua azione e le foto del povero Francesco durante il trasporto in ambulanza e al Pronto soccorso diventati virali.

Cosa abbia mosso il giovane docente a compiere il gesto dunque, non è stato mai chiarito nè accertato.  La motivazione del gesto non è legata ad alcun messaggio rivolto ai carabinieri, che non avevano mai svolto indagini sul suo conto ed ai quali non aveva mai presentato denunce di alcun genere. Ed era stata smentita in modo categorico, a poche ore dal suo gesto, dai familiari del docente, la falsa notizia che fosse un ‘no Vax’ e che le sua, potesse essere una protesta legata all’obbligo di vaccinazione o al Green pass. Chiarello, infatti, aveva ricevuto le prime due dosi di vaccino, era in attesa della terza e a breve sarebbe dovuto tornare in Lombardia per riprendere la sua attività di insegnamento.

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