Area Urbana
Studio su mamme e bambini pretermine. Si cercano candidati anche a Cosenza
“Il bambino deve avere tra i 9 e i 12 anni e deve essere nato prima della 37esima settimana. L’età della mamma invece non fa differenza”
 
																								
												
												
											COSENZA – Sono cinque le studentesse del corso di Psicobiologia e Neuroscienza dell’Università degli studi di Parma che hanno intrapreso, dopo i due anni di pandemia, una ricerca – probabilmente per la prima volta in Italia – sugli aspetti della relazione madre e bambino pretermine. Alle spalle delle cinque giovani dottoresse c’è la docente di Psicologia dello Sviluppo e Psicologia dell’Educazione dell’Unità di Neuroscienze del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università di Parma, Dolores Rollo. A raccontare la ricerca, alla nostra testata è MariaPia Trotta, una delle cinque ragazze che si stanno occupando dello studio. Lei cosentina di nascita ha un obiettivo: “portare un po’ di sud al nord”.
“Cerchiamo – dice la Trotta – coppie di madri e bambini nati prematuri. Vorrei che anche la mia città partecipasse conscia del fatto che gli standard richiesti, dallo studio, sono abbastanza rigidi: il bambino deve avere tra i 9 e i 12 anni e dev’essere nato prima della 37esima settimana. L’età della mamma invece non fa differenza”.
Lo scopo della ricerca
“L’intento dello studio è quello di spiegare come la nascita pretermine possa incidere, in diversi fattori, – afferma la dottoressa cosentina – sia da parte della madre che da parte del bambino e come questo possa poi segnare la sua vita. Cosa cambia rispetto ad un bambino che nasce a termine? Quali sono le problematiche che possono avere questi bambini? Abbiamo pensato – continua Trotta – di “testare” sul campo, attraverso un campione reale di persone, questa nostra ipotesi.
In particolare la domanda si concentra sull’intersoggettività secondaria ovvero la relazione che c’è fra la madre e il bambino e tra il bambino e il gruppo dei pari. Questa cosa è importantissima perché – spiega la dottoressa – va poi a formare la relazione futura del bambino e può incidere sul suo sviluppo cognitivo. Nello specifico questo studio va ad indagare, più che altro il bambino, che una volta cresciuto e ha instaurato la relazione intersoggettiva primaria con la madre, dopo una serie di difficoltà che ha dovuto superare in quanto bambino pretermine, come e se nel modo corretto riesce poi a sviluppare anche le relazioni intersoggettive secondarie o se riscontra problematiche”.
Al progetto hanno aderito diverse coppie provenienti da Bari, Bologna, Verona, Parma e “da cosentina – conclude la giovane dottoressa- vorrei, anzi invito, le coppie di madri e figli della città bruzia, ad iscriversi ed intraprendere questo progetto insieme. Mettetevi in gioco”.
Per presentare la candidatura basta scrive un e-mail ad uno di questi indirizzi:
mariapia.trotta@studenti.unipr.it
vittoria.artioli@studenti.unipr.it
silvia.mastromarino@studenti.unipr.it
carola.cerri@studenti.unipr.it
margherita.fraja@studenti.unipr.it
 
                         
								 
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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