Italia
L’imprenditore Borrelli di Altomonte a capo del sistema illecito di riciclaggio dei rifiuti romani
L’uomo aveva ricevuto in passato ben due interdittive antimafia per i presunti contatti con le cosche di ‘ndrangheta Forastefano-Faillace e Bevilacqua-Abruzzese.
 
																								
												
												
											ROMA – Un sistema di riciclaggio di proventi ottenuti illecitamente con lo smaltimento dei rifiuti della Capitale, dei campi rom di questa e di alcuni Comuni limitrofi. A capo di tutto c’era, secondo la Dda di Roma, l’imprenditore originario di Altomonte Giuseppe Borrelli. L’uomo aveva ricevuto in passato ben due interdittive antimafia per i presunti contatti con le cosche di ‘ndrangheta Forastefano-Faillace e Bevilacqua-Abruzzese. Dalla Calabria, Borrelli decide, nel 2016, di spostare le proprie mire sulla Capitale.
L’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Roma, eseguita dalla Squadra mobile di Latina e dalla polizia stradale di Aprilia, si è focalizzata non solo sugli sversamenti di fanghi irregolari nelle fogne e sui terreni (soprattutto ad Ariccia e a Pomezia), ma anche sul flusso di denaro che ne derivava, vincendo appalti in Acea, Ater e Comune di Roma, e che sarebbe stato reinvestito da Borrelli in diverse società del suo gruppo commettendo il reato di auto-riciclaggio.
Borrelli era considerato il capo di questo sistema che ha visto finire ai domiciliari altre 7 persone riconducibili a lui. Si tratta di Vincenzo Lucchetti, calabrese di Spezzano Albanese, che risultava ideatore della Ecoter ma ritenuto collaboratore stretto di Borrelli; Giuseppe Bruno anche lui di Altomonte e responsabile dell’attività di video ispezione e spurgo delle fognature per l’Ater di Roma e i campi nomadi, Ioan Sosa cittadino romeno residente a Roma; Victor Hreapco moldavo residente a Pomezia; Domenico Civale di Cassano allo Jonio; Carlo Buono di Altomonte e Salvatore Luigi Di Callo anche lui di Cassano, tutti dipendenti Ecoter. Per Santo D’Amato, originario di Castrovillari, c’è il divieto di esercitare attività imprenditoriale. Per gli inquirenti è lui ad essere il vero braccio destro e prestanome di Borrelli. Guai anche per Gloria Vieri di Pomezia. Con D’Amato risulta essere amministratrice della Ecoter srl.
 
                         
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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