Scuola, anche in Calabria prof contro la riapertura: “troppi rischi”. Firmata petizione

A renderlo noto il sindacato Unsic che ha accolto le richieste dei docenti contro il rientro in classe delle scuole superiori in presenza. Raccolte 18mila firme in tutta Italia. “Tante dalla Calabria”. Ma i ragazzi invece vogliono tornare in classe

 

 

COSENZA – Il Governo vuole riportare due milioni e mezzo di studenti a scuola il 7 gennaio, almeno al 50% in presenza. Lo ribadisce il premier Giuseppe Conte nella conferenza stampa di fine anno, mentre le Regioni si attrezzano perché personale e ragazzi possano affrontare le aule in sicurezza. Ma le polemiche non sono ancora sopite: questa mattina studenti e studentesse si sono mobilitati per manifestare il loro dissenso verso la gestione del rientro subito dopo l’Epifania, mentre striscioni di protesta facevano comparsa davanti a una ventina di scuole di tutto il Lazio. I ragazzi chiedono “trasporti sicuri e aumento delle connessioni“, facendo eco a molti presidi italiani che continuano a ritenere difficile il rientro il 7. Anche in Calabria, con l’avvicinarsi della riapertura, sono in molti a chiedere un rinvio delle lezioni in presenza. A cominciare da alcuni docenti che temono la crescita del numero dei contagi e che vorrebbero si continuasse con la didattica a distanza.

A far emergere la questione è il sindacato datoriale Unsic che spiega come la paura che serpeggia tra i professori sia legata “ai trasporti, chi agli assembramenti davanti a scuola, chi al sovraffollamento nelle classi e chi all’imprudenza dei ragazzi. Qualcuno segnala l‘impossibilità di aerare a sufficienza i locali in pieno inverno. Altri benedicono la didattica a distanza, che permette a docenti e studenti di lavorare con profitto e senza rischi. Non mancano coloro che propongono l’immediata vaccinazione per tutta la popolazione scolastica. E addirittura c’è chi propone, nel caso di riapertura, di intentare cause contro il governo per attentato alla salute pubblica, citando anche l’articolo 452 del codice penale”. “Sono migliaia i commenti e le proposte a margine della petizione promossa dal sindacato datoriale Unsic per rinunciare alla riapertura delle scuole superiori in presenza il 7 gennaio. – precisano – Le adesioni hanno raggiunto quota 18mila. Tante dalla Calabria”.

Insegnanti calabresi contro il rientro in classe

L’Unsic riporta qualche commento sull’argomento da parte di alcuni dei  i nostri corregionali. “I più ritengono che non sia ancora tempo di rientro a causa dell’elevato rischio, come sostengono Annalisa S., Alessandra T., e Irene Z. di Cosenza. Sulla stessa linea è Patrizia T. di Cetraro Marina, la quale valuta ‘molto rischioso rientrare a scuola’, così come Elena G. di Rende, Anna D.F. di Acquappesa, Pasqualino P. di Roccabernarda e Francesco S. di Amantea. Kevin F. di Reggio Calabria è convinto che riaprire le scuole sia deleterio se vogliamo realmente ridurre i contagi”.

Molti altri esaltano la Dad. Come Angela L.P. di Castrovillari: “Non dobbiamo essere animati da ansia da prestazione. Se non è possibile tornare alla normalità in tutti i settori, non si comprende perché la scuola dovrebbe, visto che stiamo lavorando comunque e bene”. Daniele M. di Crotone vede la Dad quale “unica opzione valida in quanto tutela la salute di noi studenti”. Anche Elisabetta P. di Rende sottolinea come la Dad stia “funziona benissimo”. Francesca D.M. di Castrolibero si augura che la Dad possa durare “ancora per un po’. C’è chi pone il tema centrale della salute. Come Salvatore Nazzareno S. di Vibo Valentia. O Vincenzo L. di Lamezia, che scrive: “Firmo perché la vita è più importante della didattica in presenza“. Lia V. di Reggio di Calabria vorrebbe estendere la chiusura anche per primaria e infanzia.

Infine molti si lamentano della condizione dei mezzi pubblici, come Stefania F. di Cosenza. “Obiettivo della petizione, indirizzata al premier Conte e alla ministra Azzolina, è di raggiungere 25mila adesioni prima del 7 gennaio”, conclude il sindacato Unsic.

I ragazzi vogliono tornare in classe

E mentre le istituzioni affilano le armi e limano i piani per centrare l’obiettivo, uno studio di In a bottle.it su 1.500 studenti fra i 18 e i 25 anni con il metodo della Web Opinion Analysis, cioè monitorando social, forum e community, assicura che “il desiderio che i ragazzi esprimeranno a Capodanno per il 2021 è poter tornare a scuola“. Il 65% del campione, afferma la ricerca, ha anteposto nelle scelte la scuola ai viaggi esotici. Quanto al vaccino, 1n docente su 3 dice ‘no’ alla obbligatorietà: è quanto emerge da un sondaggio condotto dalla rivista specializzata La Tecnica della scuola. Il 62,3% della categoria ha invece risposto positivamente: questi insegnanti vogliono vedere la fine del tunnel e vogliono vederla il prima possibile.

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