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Sileri “la quarantena obbligatoria sia ridotta a 7 giorni. Ho già fatto richiesta al CTS”

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Sileri “la quarantena obbligatoria sia ridotta a 7 giorni. Ho già fatto richiesta al CTS”

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Il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri intervistato da Fanpage.it ha chiesto al CTS di ridurre il periodo di quarantena obbligatorio a 7 giorni “inutile tenere le persone contatti di positivi in quarantena per 14 giorni. Se dopo 7 giorni sono negativi possono tornare in libertà”.

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COSENZA – La quarantena obbligatoria “sia ridotta a 7 giorni”. Lo afferma il viceministro alla Salute Piepaolo Sileri in un’intervista a Fanpage.it tornando dunque sull’ipotesi di abbassare in Italia la durata dei tempi di quarantena nel caso di sospetto coronavirus. Di quarantena breve si era già parlato ai primi di settembre quando la Francia aveva messo in pratica la decisione tra i dubbi dell’Oms che raccomandava invece di mantenerla a 14 giorni. A seguire la linea di maggior rigore l’Italia che, con il Comitato tecnico scientifico, fino ad ora ha privilegiato la linea di cautela con una quarantena a 14 giorni ed il doppio tampone negativo.

Dubbi che erano stati espressi anche dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) che in un documento aveva evidenziato come la riduzione del periodo di quarantena da 14 non a 7, ma a 10 giorni, avrebbe “comportato una perdita di rilevamento dei casi sintomatici tra i contatti stretti dei casi confermati di circa il 6%”. Ma per il viceministro, che ha invece sempre seguito la linea della riduzione, è “inutile tenere le persone contatti di positivi in quarantena per 14 giorni – ha sottolineato Sileri – se dopo 7 giorni sono negativi possono tornare in libertà perché oggi sappiamo che il periodo di incubazione della malattia è di 4-7 giorni. Ho fatto richiesta al Comitato tecnico-scientifico e attendo risposta“. “Non confondiamo, però, l’isolamento dei positivi, per i quali andrebbe comunque bene un solo tampone negativo, con la quarantena dei contatti”, avverte.

Alcune persone restano isolate anche per un mese e mezzo quando poi la loro carica virale è bassa. Questa varia da soggetto a soggetto, al di là di possibili mutamenti del virus. Avere valore discriminante – conclude Sileri – sulla carica virale sarebbe d’ausilio per chi è ad alto rischio di trasmissione, ma nella convivenza col virus questo è un passo fondamentale”.

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