Calabria
Pnrr, la Calabria perde i finanziamenti per l’ammodernamento della rete idrica
Sulla situazione segnalata da Laura Ferrara interviene l’Associazione Avvocati dei Consumatori «alla vigilia dell’istituzione del gestore unico idrico integrato della Regione Calabria, l’ente fa un buco nell’acqua»
CATANZARO – L’euroeputata del M5S, Laura Ferrara, nei giorni scorsi aveva evidenziato «la Calabria perde un importante e quanto mai necessario finanziamento relativo alla riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua, compresa la digitalizzazione il monitoraggio delle reti, fondi a valere sul Pnrr». «È il secondo in questo settore, nel giro di un anno, che il nuovo governo regionale, guidato da Roberto Occhiuto, manca» ha ricordato l’europarlamentare, spiegando che «è solo di qualche settimana fa l’allarme Istat che certifica al 45,1% le perdite idriche nelle reti di distribuzione comunali calabresi».
«A Catanzaro, secondo il Censimento delle acque per uso civile 2020 dell’Istituto di statistica, le perdite idriche totali nelle reti comunali di distribuzione delle acque potabili – ha proseguito – vanno da 25 a 39 metri cubi al giorno per chilometri di rete. Una situazione drammatica e nota da tempo». «Le emergenze croniche di questa regione – ha detto ancora l’eurodeputata – non vengono affrontate con la dovuta competenza e capacità risolutiva. La questione idrica, che riguarda anche la depurazione delle acque, è una priorità ma si continua a non centrare gli obiettivi e a perdere occasioni uniche, soprattutto in termini di risorse economiche, per trovare soluzioni strutturali».
In merito anche l’Associazione Avvocati dei Consumatori con sede a Crotone, sottolinea come «alla vigilia dell’istituzione del gestore unico idrico integrato della Regione Calabria, l’ente fa un buco nell’acqua, perdendo la possibilità di accedere agli investimenti per sistemare la rete idrica della Regione. Non c’è nulla per la Calabria nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per gli investimenti destinati a progettare la riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua e per i relativi interventi di digitalizzazione e di monitoraggio delle infrastrutture. Accedere al fondo avrebbe potuto dare a questa Regione la possibilità di ammodernare le condotte ad uso potabile, adottando sistemi innovativi che permettono di essere informati per tempo della presenza di perdite e in questo modo limitare gli sprechi, limitando le inefficienze e migliorando la qualità del servizio e quindi anche la vita dei calabresi, i quali ancora oggi non sono sicuri di poter avere a disposizione l’acqua potabile ogni giorno».
«L’esclusione della Calabria da questi investimenti scrive l’avv. Paola Bellomo – non promette nulla di buono soprattutto alla luce di eventuali investitori che vorrebbero mettere piede in Calabria. Ci chiediamo, però dove sono i Sindaci della Regione, se hanno intenzione di accettare passivamente questa decisione o cominceranno a chiedere conto alla Regione Calabria, se intendono vederci chiaro, o se intendono continuare a rimanere passivi di fronte all’involuzione della Regione Calabria, almeno per sindacare sui motivi che hanno comportato l’esclusione, vista l’impellente necessità di sistemare la rete idrica, che ha lasciato case e locali a secco per giorni lo scorso anno».
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