Area Urbana
Bergamini, in aula Mario Pranno: «calciatori del Cosenza sotto usura e partite comprate»
L’ex esponente della criminalità cosentina esclude che qualcuno potesse indagare su un possibile omicidio di Denis «perché tutti parlavano di suicidio»
 
																								
												
												
											COSENZA – “Si sapeva che c’erano partite comprate e calciatori sotto usura“. A parlare oggi in Corte d’Assise a Cosenza, nel processo sulla morte dell’ex calciatore del Cosenza, Denis Bergamini, avvenuta il 18 novembre del 1989 a Roseto Capo Spulico lungo la statale 106 Jonica, è Mario Pranno, storico esponente della criminalità organizzata cosentina. Unica imputata per concorso in omicidio aggravato dalla premeditazione e dai motivi futili è l’ex fidanzata del centrocampista rossoblù Isabella Internò.
“Le dichiarazioni rese da Franco Garofalo – dice l’ex boss – sono tutte false”. Pranno, in aula, fa riferimento alla testimonianza resa da Garofalo qualche mese fa dove l’ex “compagno d’armi” disse che Pranno cercava di far cadere dei sospetti sul coinvolgimento di Antonio Paese nella morte di Bergamini. “Franco Garofalo non è mai andato da mio fratello Pasquale a discutere di Bergamini: é tutto falso”.
“All’epoca facevo parte dello stesso gruppo criminale di Garofalo, lui era più vicino ai fratelli Vitelli ed a Antonio Paese. Quest’ultimo faceva estorsioni ma poi ha smesso”. In aula l’ex esponente della criminalità organizzata esclude che, all’epoca della tragedia, qualcuno potesse indagare su un possibile omicidio di Denis “perché tutti parlavano di suicidio. Ero uno dei capi, se qualcuno indagava sulla morte di Bergamini io lo avrei saputo”.
“Giocatori del Cosenza sotto usura”
“Nell’ambiente si sapeva che c’erano partite aggiustate e calciatori esposti ad usura. Dall’80 al 90 – riferisce Pranno – riscuotevamo noi le estorsioni del Cosenza con Garofalo, poi dopo il referente è diventato Franco Pino. Sulle partite vendute circolavano delle voci. Non so quali giocatori fossero coinvolti ma Bergamini non era sotto usura”.
Il processo si aggiorna il 9 gennaio 2023.
 
 
                         
								 
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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