Area Urbana
Cosenza, seguita e molestata per strada. In tante le scrivono: “è successo anche a me”
Sono state le urla e gli insulti della vittima ad intimorire “l’uomo” scappato solo dopo essersi accorto che le grida avevano attirato l’attenzione dei passanti
 
																								
												
												
											COSENZA – È successo in città. Sono le diciannove inoltrate, il via vai delle persone tra le strade di Cosenza. E’ venerdì 28 ottobre una donna, nei pressi di viale Cosmai, è stata seguita e poi molestata alle spalle, mentre passeggiava.
Un balordo? Un ubriaco? Un extracomunitario? No, non cercate nei pregiudizi che la società ci impone quotidianamente, il soggetto di tale reato. Questa volta l’aggressore ha il volto di una persona “per bene” in giacca e cravatta, italiano, brizzolato e sulla 50ina. La vittima, una 40enne di Cosenza in jeans e maglietta (dettaglio superfluo ma da sottolineare per evitare ogni folle e misogino commento sul modo provocante che le donne hanno di vestire). Camminava, con le buste della spesa in mano, quando si è sentita il fiato sul collo: “dai andiamo, vieni con me. Forza”. Tre parole, dette con insistenza e ripetute quasi ossessivamente un paio di volte. Condito con un atteggiamento superbo quasi come se fosse scontato che quella donna dovesse seguirlo. Sono state le grida e gli insulti della vittima ad intimorire “l’uomo” scappato a gambe levate dopo essersi accorto che il tono deciso e minaccioso della donna avevano attirato l’attenzione dei passanti.
Tanto lo spavento e l’indignazione. La vittima attonita e sotto shock racconta la molestia sui social. “La cosa che mi ha stupito a parte il turbamento dell’episodio – svela a quicosenza – è stata la risposta delle altre donne. Molte di loro non erano meravigliate dal mio racconto. ‘Succede quotidianamente. E’ successo anche a me mentre andavo a fare la spesa – e ancora – sei stata fortunata perché non ti ha toccata. Sei stata fortunata, a me è andata peggio’. Sono rimasta sconvolta dalla loro reazione. Mi sono accorta, mentre leggevo quei messaggi, che ero io fino a quel momento, l’unica a non essere disincantata”. Una valanga di messaggi, di molestie giornaliere e di donne che ancora in questo tempo si devono guardano le spalle mentre camminano da sole per le vie della città. E Cosenza non fa eccezione.
Basta fare una rapida ricerca per realizzare che due donne su tre subiscono molestie ogni giorno: a lavoro, in palestra, a scuola, durante una passeggiata. Questa, senza dubbio, è una spaventosa violazione dei diritti umani eppure, rimane una delle pandemie invisibili e poco riconosciute del nostro tempo.
 
 
                         
								 
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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