Italia
Caro bollette, ok diversificare ma per abbattere i costi serve il “decoupling” tra prezzi di gas ed energia
Il disaccoppiamento del prezzo del gas da quello dell’energia su i mercati: la misura che potrebbe salvarci dalla crisi energetica
 
																								
												
												
											COSENZA – Per ridurre i rischi connessi a una potenziale interruzione totale dei flussi di gas dalla Russia durante il prossimo inverno, e per rispondere alle richieste europee in termini di riduzione dei consumi per il periodo 2022-2023, l’Italia è intervenuta con misure di contenimento dei consumi nazionali di gas. Misure integrate nel piano di diversificazione già messo in atto dal Governo che servono transitoriamente a mantenere adeguati standard di sicurezza e preservare le riserve disponibili, in attesa che siano pienamente operativi i nuovi canali di importazione di gas (compreso il GNL). Tra gli obiettivi del Governo, nonostante l’esercizio provvisorio, ci sono quelli di assicurare un elevato grado di riempimento degli stoccaggi per l’inverno 2022- 2023 e diversificare rapidamente la provenienza del gas importato, massimizzando l’utilizzo delle infrastrutture disponibili e aumentando contestualmente la capacità nazionale di rigassificazione di GNL.
Per quanto riguarda la misura relativa agli stoccaggi, il Governo ha fissato un obiettivo di riempimento del 90%, affidandosi anche ad alcuni provvedimenti amministrativi per sostenere la liquidità del sistema L’insieme di questi interventi, normativi e regolatori hanno consentito di raggiungere al 1° settembre 2022 un livello di riempimento degli stoccaggi di circa l’83%. Tale valore, in linea con l’obiettivo di riempimento del 90% e anche superiore, è fondamentale per disporre di margini di sicurezza del sistema gas e affrontare il prossimo inverno.
Per quanto riguarda la diversificazione delle fonti del gas importato, il piano riporta gli accordi siglati tra Italia e Algeria per sfruttare al massimo le capacità attuali del gasdotto in Sicilia, fornendo volumi crescenti di gas a partire dal 2022. Incrementate anche le importazioni del gasdotto TAP. Inoltre il Governo si è attivato per garantire approvvigionamenti di GNL da nuove rotte, come Egitto, Qatar, Congo, Angola, Nigeria, Mozambico, Indonesia e Libia. Per sostituire le forniture di gas provenienti dalla Russia, il Governo ha deciso di incrementare la dotazione di infrastrutture del gas con nuovi terminali di rigassificazione di GNL previsti per adesso in Toscana ed Emilia Romagna. L’insieme delle iniziative messe in campo consente di sostituire entro il 2025 circa 30 miliardi di Smc di gas russo con circa 25 miliardi di Smc di gas di diversa provenienza, colmando la differenza con fonti rinnovabili e con politiche di efficienza energetica.
Fin qui la diversificazione e la sicurezza degli approvvigionamenti nazionali. Ma resta il problema di intervenire sul mercato dell’energia. In particolare sul prezzo dell’elettricità domestica. Dopo la prima impennata delle quotazioni delle materie prime energetiche causata dalla ripresa dell’economia post-Covid, si sono registrati aumenti spropositati della bolletta elettrica pur avendo nel mix energetico una quota marginale di gas. E se da una parte c’è il tanto richiesto “price cap”, cioè imporre il tetto al prezzo del gas Importato e usato nella produzione dell’energia elettrica, l’unica versa soluzione per porre un freno agli amenti insostenibili dell’elettricità è quella del “decoupling”, cioè quello che prevede il disaccoppiamento del prezzo del gas da quello dell’energia su i mercati all’ingrosso e vendere a prezzi più bassi l’elettricità prodotta, anche e soprattutto quella prodotta da altre fonti oltre al gas.
Costo dell’elettricità legato a quello del gas
Ma perchè se aumenta il gas aumenta anche il costo dell’elettricità? Si tratta di un risultato determinato dal meccanismo messo a punto quasi 30 anni fa dall’Ue in concomitanza con il processo di liberalizzazione dei mercati dell’energia europei. In pratica nel vecchio continente il costo dell’elettricità è legata sul mercato a quello del gas. Il prezzo del gas, al momento, è però aumentato di 10 volte trascinando al rialzo anche i prezzi dell’elettricità. Un sistema che ha funzionato bene per decenni, garantendo energia a prezzi accessibili ed è servito anche a rendere più costoso il carbone, favorendone così la dismissione a favore delle rinnovabili. Ma è chiaro che ora questo sistema non va più bene perché favorisce si la liberalizzazione, ma non altrettanto per decarbonizzare perché fa pagare troppo le rinnovabili.
Disaccoppiamento del prezzo
La questione del disaccoppiamento è da circa un anno è sul tavolo dell’Ue. Già nel dicembre dello scorso anno, Italia, Francia e Spagna, Romania e Grecia avevano chiesto una riforma incisiva delle regole del mercato, accoppiamento gas-elettricità incluso. Altri nove Paesi (Austria, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Irlanda, Lettonia, Lussemburgo, Paesi Bassi) erano disponibili a considerare variazioni, ma solo a patto di non sconvolgere l’assetto esistente. Le due posizioni si sono confrontate in modo diretto e a distanza per mesi. Fino all’apertura alla revisione del funzionamento del mercato europeo dell’energia elettrica arrivata a maggio dai leader Ue.
 
                         
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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