Provincia
Era accusata di furto aggravato di energia ai danni due noti lidi del cosentino. Assolta
Insieme ad un altro gestore, era accusata di aveva manomesso il contatore creando una sorta di allaccio abusivo, tramite bypass per evitare le misurazioni
PAOLA (CS) – Il Giudice Monocratico presso il Tribunale di Paola, Dott.ssa Federica Altamura, ha assolto, D.B.D. dall’accusa di furto aggravato di energia elettrica per fatti accaduti nel Comune di Bonifati nel mese di agosto del 2020 presso i noti lidi “White Beach by Florida” e “Costa Enotria S.a.s”. La donna, insieme ad altro gestore, secondo l’iniziale ricostruzione della Procura cristallizzata nell’imputazione in concorso, al fine di trarne profitto, aveva manomesso il contatore relativo alla fornitura di energia elettrica creando una sorta di allaccio abusivo, tramite bypass, alla rete Enel Distribuzione, in grado di evitare la misurazione dei consumi. Tale contestazione aveva addirittura condotto ad un giudizio per direttissima ed all’arresto degli indagati ed in particolare della donna, la cui unica colpa era stata quella di aver attaccato una presa, previa richiesta al gestore del White Beach by Florida, ad una ciabatta posta al di fuori del contatore chiuso in una cabina con catena e lucchetto.
Il Tribunale di Paola, in accoglimento delle argomentazioni sostenute dalla difesa, ha assolto entrambi gli imputati conformemente, per la De Brasi, alla richiesta dell’Ufficio di Procura, resosi conto dell’impossibilità per quest’ultima di anche solo poter presumere un allaccio abusivo. La difesa, in particolare, aveva sottolineato come gli elementi a carico dell’imputata non fossero sufficienti per addivenire ad una sentenza di condanna atteso che l’istruttoria dibattimentale aveva fornito la certezza granitica in ordine alla non consapevolezza di qualsiasi presunta manomissione, “elemento chiaro sin dall’inizio e che, nonostante l’evidenza aveva visto la donna sballottata in piena stagione estiva tra caserme e Tribunale, da incensurata, senza un reale motivo. “Ieri- sottolineano i difensori -, dopo due anni, la sentenza che solo in parte risarcisce l’imputata di quanto patito.”

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