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Bergamini, in aula un ultras del Cosenza: “sulla tempia di Denis c’era un livido”

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Bergamini, in aula un ultras del Cosenza: “sulla tempia di Denis c’era un livido”

“Denis era un professionista serio. Uno di quei giocatori che sudava la maglia. Noi tifosi non lo abbiamo mai contestato”

Bernadette Serratore

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COSENZA – È ripreso il processo sulla morte dell’ex calciatore del Cosenza, Denis Bergamini, deceduto il 18 novembre del 1989 a Roseto Capo Spulico lungo la statale 106 Jonica. In aula era presente anche l’unica indiziata, accusata di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi, l’ex fidanzata del mediano rossoblu Isabella Internò, difesa dagli avvocati Angelo Pugliese e Rosanna Cribari. In Corte d’Assise di Cosenza oggi è stato chiamato al banco dei testimoni: Massimiliano De Pasquale ultrà e sfegatato ammiratore di Denis che la domenica dopo la morte di Bergamini si è recato sul luogo dell’incidente e poi in seguito in obitorio per vedere il corpo dell’amato giocatore. “C’era qualche pozzanghera ed una macchia di sangue nelle vicinanze della curva, non vicino alla piazzola di sosta”.

“Il volto di Denis era senza segni”

Alla corte De Pasquale racconta di aver visto il corpo esanime del calciatore in obitorio ma: “solo il volto di Bergamini, perché il resto era coperto. In quell’occasione ho notato un segno circolare, simile ad un livido sulla tempia sinistra delle dimensioni di una monetina”. Nello specifico De Pasquale ricorda nitidamente che “il volto di Denis non presentava segni di traumi e ricordo che era incredibilmente pulito per uno investito da un camion”. Di quel livido, cui parla anche Gigi Simoni durante la sua testimonianza, non si fa menzione però nell’autopsia. Nel gennaio del 1990, il corpo di Bergamini viene riesumato e il professor Francesco Maria Avato nella relazione autoptica non menziona alcun segno evidente sul volto. In Corte d’Assise di Cosenza sono state mostrate anche delle foto dalle quali si evidenzia un alone sulla tempia del calciatore, ma non chiaramente riconducibile ad un livido di forma circolare come descritto dal testimone.

“Bergamini, quelle due tre volte che non era in campo, – per via dell’infortunio – invece di sedersi in tribuna è venuto il curva con noi tifosi – racconta De Pasquale -. Denis era un professionista serio. Uno di quei giocatori che sudava la maglia. Noi tifosi non lo abbiamo mai contestato”

“Un litigio davanti scuola”

Il teste racconta poi alla Corte una confidenza che, il giorno dopo la morte di Denis gli fece Rita Perna, un’amica la quale – sostiene De Pasquale –  gli confidò di un litigio tra Denis e la Internò davanti ad una scuola “un liceo scientifico” poche settimane prima della tragedia. Durante un intercettazione telefonica però, tra Rita e De Pasquale, è la stessa Perna a non voler ritornare, con l’ultras, sull’episodio. Secondo la difesa della Internò sarebbe stata Donata Bergamini, che De Pasquale aveva conosciuto prima su Facebook e poi “dal vivo”, a spingerlo a contattarla per convincerla a riferire l’accaduto. Ipotesi della difesa però è categoricamente smentita dal teste.

Le compagne della Internò

Le ultime due teste di giornata sono state due compagne di classe della Internò: Carmela Parise, che con l’ex di Bergamini frequentò il terzo e il quarto anno delle scuole superiori e Patrizia Principe compagna di banco di Isabella per ben 4 anni. Entrambe le testimonianze raccontano poco dell’unica indiziata per la morte del calciatore rossoblu “sono passati troppi anni”. Si torna in aula il prossimo 13 aprile.

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