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Lavora al 118 per l’Asp di Cosenza: “dove sono finite le indennità Covid?”

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Lavora al 118 per l’Asp di Cosenza: “dove sono finite le indennità Covid?”

Indennità o ‘premi’ Covid mai ricevuti. Una dipendente Asp: «spero solo che questo mio urlo di rabbia possa arrivare al presidente della Regione e commissario alla sanità Roberto Occhiuto»

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COSENZA – A scriverci è una dipendente del 118 per conto dell’Asp di Cosenza che definisce quella della Regione e dell’Asp di Cosenza “una presa per i fondelli”. «Lavoro al 118 e come tutti sanno abbiamo vissuto due anni di inferno e terrore per la pandemia Covid. Noi operatori sanitari abbiamo sempre lavorato, il più delle volte in modo precario perché all’inizio non avevamo neanche i presìdi per difenderci da questo virus. Nonostante tutto siamo sempre andati avanti tant’è che siamo stati soprannominati “eroi”».

«Ad un certo punto della pandemia anche il Governo si è reso conto del nostro lavoro e soprattutto del rischio al quale andavamo incontro. Per questo ha stabilito il cosiddetto premio Covid, una ‘regalia’, una tantum di circa 1.800 euro. Soldi che dallo Stato sono stati mandati alle Regioni d’Italia e che sono arrivati anche da noi in Calabria. Indennità erogate alle aziende che avrebbero dovuto distribuire ai lavoratori».

«Come al solito – prosegue la dipendente Asp – in questa terra dimenticata, tutti questi soldi l’Asp non ce li ha mai dati. Ci è sempre stato detto e fatto credere, mese dopo mese che tali somme, sarebbero state accreditate. A questo punto credo che siano stati accreditati a chi è seduto in poltrona e non sa nemmeno cosa vuol dire lavorare o rischiare la vita. La nostra è l’unica regione d’Italia a non aver visto un centesimo, o meglio, la nostra categoria; perché i dirigenti gli straordinari per il Covid se li sono pagati e anche profumatamente. Una situazione che era stata fatta presente anche al presidente facente funzioni Nino Spirli. Sono molto delusa e amareggiata perché, ancora una volta viene negato un diritto ai lavoratori. Spero solo che questo mio urlo di rabbia possa arrivare al presidente della Regione e commissario alla sanità Roberto Occhiuto».

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