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Salvini contestato in Polonia, la Lega Calabria attacca “sindaco indegno”

Calabria

Salvini contestato in Polonia, la Lega Calabria attacca “sindaco indegno”

Il commissario regionale della Lega Giacomo Francesco Saccomanno ritorna sull’episodio avvenuto ieri al confine tra Ucraina e Polonia

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CATANZARO – “La democrazia è molto bella ed è alla base di un convivere civile, ma ci son delle regole che non possono essere calpestate. Una di queste è il rispetto delle persone e dei ruoli che queste rappresentano. Quando si contravviene a questo elementare principio si calpesta la democrazia e si realizza una condotta che è al di fuori del vivere civile. Questo è il comportamento del sindaco di Przemysl”. A dirlo è il commissario regionale della Lega in Calabria, Giacomo Francesco Saccomanno che in una nota ritorna sull’episodio di ieri, in cui il leader della Lega Matteo Salvini, arrivato al confine tra Ucraina e Polonia, è stato contestato dal sindaco della cittadina polacca, Wojciech Bakun, che ha deciso di non riceverlo a causa della maglietta con l’immagine di Putin indossata dal leader del Carroccio nella Piazza rossa di Mosca nel 2017.

“Reazione incomprensibile e comportamento indegno del sindaco”

“Dinnanzi ad un’azione umanitaria e nel tentativo di portare avanti dei messaggi di pace e di sostegno ad una popolazione che sta soffrendo pesantemente – spiega Saccomanno – vi è la reazione, incomprensibile, di chi cerca di fare sciacallaggio per non si sa quale vero motivo. Matteo Salvini, senza scorta e senza alcuna prerogativa del suo ruolo in Italia, si è portato sui luoghi scenario di guerra ed atrocità mai viste per fare arrivare un messaggio di pace e per cercare di portare in salvo un numero considerevole di bambini. Un’azione umanitaria che si sarebbe dovuta apprezzare per quella che è concretamente e per il messaggio di pace che voleva lanciare. Ma, anche in questi momenti del tutto drammatici – sostiene Saccomanno – non esiste la correttezza ed il rispetto per chi, indipendentemente da posizioni passate, oggi combatte per evitare questo massacro e l’imposizione di condotte violente e che colpiscono specialmente il popolo e gli inermi.

Ecco perché la condotta del sindaco deve ritenersi indegna e deve essere condannata. Non vi è alcuna giustificazione per lui, così come non esiste alcuna scusante per quei soggetti che sono rimasti seduti nella poltrona del proprio studio o della propria casa e si permettono di mettere in discussione un’azione del tutto pacifica ed umanitaria. Se tutte queste persone avessero la stessa consapevolezza di Matteo Salvini – conclude Saccomanno – e di quelli che stanno combattendo per la pace, forse il conflitto si sarebbe potuto evitare o, comunque – conclude saccomanno – definire in tempi minori”.

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