Calabria
Dalla Sicilia alla Calabria con turni di 12 ore senza paga. La storia del bracciante che ha denunciato
È stata una denuncia presentata all’Ispettorato territoriale del lavoro a dare il via all’indagine che questa mattina ha portato a quattro arresti per il reato di sfruttamento del lavoro
PALMI (RC) – È stata una denuncia presentata all’Ispettorato territoriale del lavoro di Reggio Calabria a dare il via all’indagine che questa mattina ha portato a quattro arresti per il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro e al sequestro dell’impresa di uno degli indagati”. E’ quanto riferisce una nota dell’Ispettorato. “A rivolgersi all’Itl reggino – è detto nella nota – era stato, nel novembre del 2020, un bracciante agricolo straniero, che aveva denunciato lo sfruttamento lavorativo cui era sottoposto da giorni. Il suo racconto era stato subito raccolto dal personale del Nil dei carabinieri, in collaborazione con i carabinieri della Stazione di Palmi e con i mediatori culturali Oim impegnati nel progetto SU.PR.EME dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro.
Ne era emersa una storia di sfruttamento e di caporalato che partiva dalla Sicilia, dove il bracciante era stato reclutato per lavorare a Rosarno nella raccolta dei mandarini, con la promessa di un contratto e di un guadagno di 50-60 euro al giorno. Una volta sul posto, il bracciante era stato impiegato nella raccolta di agrumi senza alcun contratto, con turni di 10-12 ore al giorno e con una paga, peraltro mai ricevuta, di 80 centesimi a cassetta. E quando aveva rivendicato le spettanze, era stato cacciato via dal ‘caporale'”.
“Dall’Ispettorato era partita una comunicazione di reato destinata alla Procura di Palmi – riporta il comunicato – che ha poi avviato l’indagine, conclusasi con le ordinanze di custodia cautelare eseguite questa mattina”. “Il lavoro svolto dagli ispettori e dai carabinieri del Nil dell’Itl di Reggio Calabria – ha dichiarato il direttore dell’Ispettorato nazionale del Lavoro, Bruno Giordano – ha consentito di avviare un’indagine che ha squarciato il velo su una storia di sfruttamento e di caporalato che dimostra che ci sono ancora imprenditori che considerano i lavoratori alla stregua di schiavi. La fiducia riposta nell’Ispettorato del Lavoro è sempre ben ripagata: chi denuncia sa di trovare personale competente e professionale pronto ad ascoltare e a mettersi all’opera per tutelare i lavoratori”.
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