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La denuncia – “Io, malata di tumore e abbandonata dalla Calabria”

Calabria

La denuncia – “Io, malata di tumore e abbandonata dalla Calabria”

La nostra redazione ha accolto l’appello di una donna di 56anni che da tre mesi non riceve più delle forniture mediche dall’Asl perché “la Regione non ha più soldi”

Sonia Miceli

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COSENZA – Questa è una storia, una tra le tante, che si perde come un filo di Arianna nel labirinto delle anime dannate della malasanità calabrese. L’ennesima, che vale la pena di essere raccontata, e per cui essere indignati, alla stessa stregua con cui ci scaldiamo per quella facile ironia ‘stereotipata’ sulla nostra terra da un palco nazionale.

Clorinda ha 56 anni, un cancro al colon e una metastasi al fegato. Un tumore preso in ritardo e l’arrivo della pandemia che ha costretto il marito a febbraio del 2021 a stare quasi un mese in terapia intensiva a Reggio Calabria, la città in cui risiedono ormai da anni. Lui, 69 anni, originario di Paola, lei reggina, ormai da mesi si sono trasferiti a Roma con la speranza di poter curare un tumore al quarto stadio all’IFO ospedale Regina Elena di Roma.

A luglio del 2021 Clorinda subisce una stomia d’urgenza (ovvero un’apertura creata chirurgicamente sull’addome per consentire la fuoriuscita degli effluenti) perché le metastasi le hanno intaccato anche il colon. Da lì in poi è costretta a indossare una placca e un sacchetto necessari all’espletamento dei bisogni fisici. La fornitura arriva gratuitamente previa richiesta all’Asl di Reggio Calabria. “Ma da tre mesi queste forniture mediche per noi stomizzati non arrivano più perché la Regione non ha soldi“. Così ci riferisce la signora, dopo aver contattato la propria Asl territoriale. “Mi hanno detto che non sanno quando arriverà la prossima fornitura perché non ci sono più soldi” .

Al momento Clorinda è costretta a comprare una scatola da 50euro con la fornitura necessaria per due settimane. “Cerco di essere parsimoniosa per farla durare il più possibile ma non è facile, è qualcosa che è fuori dal mio controllo”, ci spiega con tono affranto e quasi rassegnato. “Togliere questi soldi per noi è davvero difficile, le spese aumentano vertiginosamente così come i debiti da mesi, essendo fuori Regione. Per me queste forniture sono essenziali oltre che un diritto. Come me, a tanti è stato tolto questo diritto – prosegue – come è possibile non avere liquidità a inizio anno? Perché noi malati, oltre ad essere costretti ad emigrare per curarci, dobbiamo anche subire queste ingiustizie per colpa di una sanità calabrese al tracollo? “.

Con la voce flebile e il corpo segnato dalla chemioterapia, negli occhi la voglia di combattere, lancia un appello al Governatore della Calabria Roberto Occhiuto ” la prego, ci aiuti e non si volti dall’altra parte. Non ci abbandoni da commissario della sanità, non abbandoni noi emigrati e martoriati dalla malattia”.

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