Area Urbana
Processo Bergamini, la telefonata che turbò il calciatore e i dubbi sulla sua paternità
“Non abbiamo mai creduto al suicidio. Il padre di Denis fin da subito disse: l’hanno ucciso per la storia con la Internò”
 
																								
												
												
											COSENZA – E’ ripreso oggi il processo sulla morte dell’ex calciatore del Cosenza, Denis Bergamini, morto il 18 novembre del 1989 a Roseto Capo Spulico lungo la statale 106 Jonica. Presente, in Corte d’Assise a Cosenza Isabella Internò ex fidanzata del mediano rossoblu e al momento l’unica indagata per la morte di Denis. In aula il perito Nicola Zangaro. La Corte accetta la richiesta della difesa di far trascrivere un centinaio di intercettazioni telefoniche dei giocatori del Cosenza calcio.
La prima testimone di giornata è stata Roberta Sacchi fisioterapista che, nel gennaio del 1989 ha conosciuto, ad Udine, Denis a causa del suo infortunio. Alla Corte Roberta confessa che il rapporto con Bergamini non si limitava al “dottore e paziente” anzi “il 23 aprile – racconta Roberta – siamo stati un fine settimana insieme, dopo che è stato ricoverato per l’infortunio e lì è nata un’amicizia affettuosa“. Un rapporto, dice Sacchi, fatto di telefonate e per lo più lettere “io amavo scrivere”. La terapista scopre della morte di bergamini grazie ad un’amica e alla lettura dei giornali.
Isabella Internó onnipresente
Roberta Sacchi, alla Corte, dichiara che è lo stesso Bergamini, già durante la terapia, a parlare della Internò. “Per lui era già finita a novembre del 1988 ma, mi ha raccontato Denis – sostiene la Sacchi – che ha continuato la relazione fino a gennaio perché gli dispiaceva vedere Isabella stare male. Bergamini – continua Roberta – diceva che la Internò era onnipresente nella sua vita, lo seguiva ovunque. Lui non provava più niente, “si era disinnamorato” ma lei non riusciva a capirlo. Denis mi ha detto che la storia era finita e che Isabella non lo accettava”.
“Se al sud resti incinta da non sposata è un disonore”
Il secondo teste udito dalla Corte è stato Guido Dalle Vacche prima amico di Bergamini e poi cognato del giocatore rossoblu, sposato con Donata nel 1984. A luglio del 1987 Guido racconta di aver conosciuto la Internò a casa sua e della moglie Donata dove scoprirono che Isabella era incinta di 5 mesi ma avevano intenzione di abortire. “Sia Denis che la Internò erano convinti di proseguire con l’aborto ma Donata e io eravamo contrari”. “Denis – sostiene della Valle – non voleva sposarsi e soprattutto confessò, davanti alla stessa Isabella, che non era sicuro di esse lui il padre di quel bimbo”.
“Devo abortire, mio padre non sa che sono incinta. Se dalle mie parti (al sud) resti incinta e non sei sposata è un disonore”. Guido afferma che sono state queste le parole che pronunciò Isabella per giustificare la decisione dell’aborto. “Donata ‘minacciò’ di dire tutto al padre. Denis si innervosì e replicò alla sorella lasciando la casa: “non vi dirò mai più nulla”. Secondo il racconto di Guido, Bergamini in un secondo momento si sentì con il padre che, in tutti modi cercò di convincere il figlio a tenere il bambino ma Denis rispose che era la Internò ad essere irremovibile sull’interruzione di gravidanza e che, se il figlio fosse stato suo, lui non avrebbe avuto problemi a prendersi tutte le responsabilità.
Un’altra telefonata turbò Denis
Poi il racconto di Delle Vacche arriva al 12 novembre del 1989 quando il Cosenza giocò a Monza. Il giorno dopo – continua Guido – Denis rientra a casa a Boccaleone. Al momento di mettersi a tavola per la cena, verso le 20, arriva una telefonata. Denis si alza subito e dice: “E’ per me”. Il cognato afferma di aver avuto l’impressione che attendesse quella telefonata. Bergamini si dirige verso la stanza del telefono, chiude la porta e torna dopo un minuto. Dopo la telefonata, l’umore di Denis cambia totalmente ed è visibile a tutti. Guido ricorda che il suocero chiese a Denis: “tutto bene?” .”Non è nulla sono cose mie”, ribatté Bergamini.
Successivamente Denis va a casa di Donata e Guido e i due coniugi cercano di sapere qualcosa in più rispetto alla telefonata perché Denis appariva “serio, non come sempre. Anche se si sforzava di ridere e scherzare”. Donata a un certo punto chiede: “Denis, papà è rimasto male, ma chi era al telefono?”. E Denis: “Gli piacerebbe saperlo a papà cosa sta succedendo”. Guido non sa spiegare alla Corte cosa il calciatore rossoblu intendesse con quella frase. Di certo Delle Vacche e la famiglia Bergamini, sottolinea Guido, non hanno mai creduto al suicidio. “Ricordo che mio suocero (il padre di Denis) durante il viaggio verso la Calabria, per riprende il corpo senza vita di Denis, disse: “è stato ucciso per la storia con la Internò”.
Un vero guerriero
L’ultimo teste di giornata è Bruno Caneo, ex compagno di squadra di Denis Bergamini che ricordando il compagno scomparso, scoppia in lacrime. “È una situazione che ha dell’incredibile, tutti noi a quel tempo non ce lo aspettavamo, fu un fulmine a ciel sereno. Non morì solo lui ma tutti quelli che lo conoscevano e gli volevano bene. Era sempre disponibile e generoso con tutti. Io lo conobbi nel momento più bello e più brutto al Cosenza, eravamo un gruppo molto forte, arrivai dal Pisa e nonostante le cose andassero male loro riuscivano a trasferire sul campo la loro unione, tanto da rimontare e sfiorare la serie A. Era sempre un ragazzo positivo e dinamico, non si abbatteva mai: un vero guerriero”.
L’udienza è stata aggiornata a venerdì 25 febbraio.
 
                         
								 
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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