Provincia
Legambiente Sila: “Strada delle Vette, chi vigila sulla sicurezza degli sciatori?”
Strade, come quella della Vette, usate per lo sci da fondo ma anche da Quad e motoslitte. Un pericolo per gli sciatori “un utilizzo promiscuo della sede stradale che crea pericolo”
 
																								
												
												
											
COSENZA – Nella Sila turistica ci sono impianti di risalita che aprono grazie alle proroghe concesse dagli stessi enti che dovrebbero vigilare e garantire la sicurezza (USTIF – l’ufficio speciale trasporti a impianti fissi del Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili), ma ci sono anche esempi di piste per lo sci da fondo utilizzate da mezzi a motore dove nessuno controlla il rispetto delle regole e la sicurezza di chi si avventura sulla neve con gli sci. A segnalare la situazione è Antonio Nicoletti di Legambiente Onlus: “La Strada delle Vette che raggiunge Monte Botte Donato, la cima più alta della Sila tra i comuni di Celico e Casali del Manco, è una bellissima pista naturale per lo sci da fondo realizzata sulla sede stradale che da anni gli appassionati di questa disciplina chiedono che d’inverno venga chiusa al traffico per essere fruita in libertà e sicurezza da ciaspolatori, escursionisti e sciatori”.
“Ma domenica scorsa, 9 gennaio, come dimostrano le immagini allegate, la strada che viene perfettamente battuta per essere utilizzata dagli sciatori è stata interessata da un intenso traffico di motoslitte e di quad che hanno scorazzato lungo il percorso delle vette mentre decine di appassionati sciatori e ciaspolatori erano sullo stesso percorso e in condizioni di assoluto rischio. Ribadiamo che i veicoli a motore non sono autorizzati a percorrere sentieri, e riproponiamo la necessità di regolamentare il traffico della strada delle vette che d’inverno è utilizzata per lo sci da fondo da chi è convinto di poterlo fare, invece, si trova in una situazione di rischio altissimo”.
“A nostro avviso – spiega il rappresentante di Legambiente – l’utilizzo promiscuo della sede stradale è inopportuno e pericoloso e deve essere perciò chiaramente regolato, ma quanto accade è anche la dimostrazione di un sistema turistico silano inadeguato e vecchio che ignora le più elementari regole per una fruizione sicura delle infrastrutture per gli sport invernali. Ci chiediamo chi vigila in Sila e sul rispetto delle regole, soprattutto alla luce delle nuove norne sulla sicurezza nelle discipline invernali in vigore dal 1 gennaio 2022. Siamo oltremodo curiosi di sapere come è stato organizzata la fruizione del territorio in inverno (ma la stessa domanda si può porre per l’estate) per evitare rischi a chi si avventura sui sentieri, sulle piste da sci o durante l’utilizzo degli impianti di risalita “autorizzati” in regime di proroga. Per conoscere il Piano per la fruizione in sicurezza del territorio innevato e conoscere i criteri tecnici che hanno permesso l’apertura in Sila degli impianti di risalita “in deroga alle norme ordinarie” a chi ci si rivolge e come si regola un appassionato di sci di fondo per fruire una pista e non rischiare l’incidente?”.
 
 
                        
 
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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