Calabria
Covid, 4 decessi a Cosenza. Calabria sfora i limiti dei ricoveri ospedalieri
La regione si trova in compagnia di altri otto territori italiani che si trovano in condizioni critiche dal punto di vista sanitario
COSENZA – L’Italia raggiunge il 12%, per l’occupazione dei posti in terapia intensiva superando la soglia critica fissata al 10%. L’occupazione in area medica raggiunge il limite massimo fissato dai parametri al 15% con un aumento dell’1%. È quanto emerge dal monitoraggio quotidiano dell’ Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), sulla rilevazione dei dati del 26 dicembre.
Sono 9 le regione che superano le soglie critiche in entrambi i parametri (intensiva e area medica): Calabria (16% intensive e 28% in reparti con crescita del 2% in area non critica), Friuli Venezia Giulia, Lazio (14% intensive e 15% area medica), Liguria, Marche, Pa Bolazano e Trento, Piemonte e Veneto.
E a Cosenza si registrano 4 decessi
Sono quattro i decessi registrati, nelle ultime ore, nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale dell’Annunziata di Cosenza dove, in pronto soccorso, al momento, ci sono otto persone positive al covid-19 che mostrano sintomi importanti della malattia e restano in attesa di essere trasferite in reparto. Aumenta la pressione sulla rete ospedaliera cosentina a causa del diffondersi della variante Omicron in provincia e per via del numero elevato di persone non ancora vaccinate.
Secondo quanto si apprende da fonti ospedaliere, il trend continua ad essere in forte crescita, i reparti sono nuovamente saturi e la condizione è sostanzialmente ritornata a quella di un anno fa. La situazione dei posti letto è sostanzialmente invariata, cioè la maggior parte delle postazioni dedicate a pazienti positivi al virus sono occupate.
Nonostante la variante Omicron presenti una sintomatologia nettamente più blanda, la presenza di un numero elevato di persone che non hanno ancora ricevuto neanche una dose di vaccino, unitamente alle festività natalizie, sta diventando un cocktail esplosivo che aggrava la situazione sanitaria sul territorio provinciale dove le strutture ospedaliere sono di nuovo al collasso.
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