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Da oggi una scuola di Cosenza porterà per sempre il nome di Roberta Lanzino

Area Urbana

Da oggi una scuola di Cosenza porterà per sempre il nome di Roberta Lanzino

Nel dramma di un tragico delitto anche tanta solidarietà. “Non sapete quanti ragazzi sono ansiosi di giustizia e non di vendetta”

Bernadette Serratore

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COSENZA – Sono passati trentatrè anni da quell’infernale 26 luglio 1988. Quando sulla vecchia strada di Falconara si consumava l’omicidio della 19enne Roberta Lanzino studentessa cosentina. Oggi l’Istituto Comprensivo Statale Cosenza III di Via Negroni porterà il suo nome affinché, anche le giovani generazioni possano ricordare la storia di Roberta. “Una mattinata difficile” – dice la mamma di Roberta alla nostra testata. Il clima, come accade sempre quando si tratta della giovane Lanzino è colmo di emozioni. Storie come questa risultano piene di quell’orrore nitido che gela ancora, a distanza di anni, il sangue: violenza, abuso, misoginia, omertà.

Alla cerimoni oltre a mamma Matilde e papà Franco Lanzino erano presenti  il primo cittadino di Cosenza, Franz Caruso, il vicepresidente del consiglio regionale Pierluigi Caputo, il prefetto di Cosenza, Vittoria Ciaramella, l’ex primo cittadino Mario Occhiuto e le autorità militari e religiose. 

“Il significato di oggi è ricordare il sacrificio di una giovanissima ragazza di Cosenza che è stata barbaramente uccisa e violentata – dice Franz Caruso. Nel suo intervento poi, il primo cittadino, svela “Fui chiamato a difendere un indiziato, il ragazzo con la macchina gialla, ma io per la prima volta nella vita, quella difesa la rifiutai. Sentì un sentimento di dolore così profondo, per quella giovane vita spezzata, che rinuncia senza mai pentirmene”.

“Non sapete quanti ragazzi – afferma Matilde Lanzino – sono ansiosi di parlare della storia di Roberta. Noto in loro una forte ansia di giustizia, proprio quella giustizia che mia figlia non ha mai avuto.  I giovani chiedono verità non vendetta”. “Roberta è sempre presente – dice papà Franco – questa giornata ne è la testimonianza nei volti e nelle parole di tutti questi ragazzi che voglio conoscere la sua storia”.

Come da programma, dopo l’inno di Mameli è stata scoperta una gigantografia dedicata a Roberta Lanzino con la proiezione del corto “Piccole ali di un volo spezzato” che ha generato non poca commozione tra i presenti. “La proposta dell’intitolazione – afferma la dirigente Marina Del Sordo– ha trovato la più profonda origine e debita motivazione nella necessità di sensibilizzazione alla lotta contro la violenza e contro ogni forma di discriminazione, a partire fin dai più piccoli dei nostri alunni. La scuola – conclude – può e deve diventare un simbolo, un monito di come, da un fatto così drammatico, possa nascere la cultura del rispetto e della non violenza”. A chiudere la mattinata l’intervento dell’Arcivescovo della diocesi Cosenza -Bisignano Francesco Nolè.

Trentatré anni di indagini, di dolore, di aule di tribunale. Ma anche trentatré anni di solidarietà, fatta con la gratuità del bene, che, grazie alla tenacia di due genitori mai rassegnati alla disperazione, testimonia che quella dolce 19enne continua ancora oggi ad emanare il profumo delle cose belle.

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