Area Urbana
Bonaventura Ferri, consulenti: “non morì per Covid ma per inefficienze in ospedale”
Secondo la perizia richiesta dai familiari, Angelo Bonaventura Ferri, sindacalista e vigile del fuoco, non morì (ad aprile del 2020) per Covid ma per gravi inefficienze dell’ospedale di Cosenza
COSENZA – “Bonaventura Ferri, aveva con criterio di elevata probabilità di sopravvivere alla polmonite da Covid sia per l’età (52 anni) che per l’assenza di fattori di rischio se non fossero emerse state contratte due infezioni ospedaliere che hanno drasticamente modificato la evoluzione positiva del quadro patologico virale, oltre ad ulteriori condotte omissive e commissive nei diversi momenti assistenziali di affidamento e cura del paziente da porre in rapporto di causalità con la morte”. E’ quanto è emerso da una voluminosa consulenza tecnica medico legale specialistica chiesta dalla famiglia di Ferri e rappresentata dall’avv. Massimiliano Coppa, esperto in colpa medica – a cui si si è affidata al fine di accertare le reali cause del decesso, stigmatizzando l’esistenza di numerosissime condotte professionali negligenti, imprudenti ed imperite e la loro indiscutibile rilevanza causale rispetto alla morte. Bonaventura Ferri morì il 13 aprile del 2020 e due giorni dopo si svolsero i funerali.
I consulenti della famiglia non solo esprimono senza riserve la loro disapprovazione sulla condotta di un rilevante numero di medici dell’Ospedale di Cosenza che ebbe in cura il sindacalista, esprimendosi con accenti di convinzione, risolutezza e severità sul rischio e sul controllo delle infezioni correlate all’assistenza (ICA), quanto pure evidenziano l’assenza di strategie idonee a promuovere la prevenzione e gestione del rischio infettivo in ambiente sanitario ed in particolare ospedaliero.
“Igiene dell’ambiente e rischio infezioni”
Le violazioni rilevate dai consulenti, rappresentano oggi un punto di riferimento anche per individuare la responsabilità sanitaria per quanto riguarda indicazioni e raccomandazioni relative alla relazione tra igiene dell’ambiente e rischio di infezioni correlate all’assistenza lasciando poco spazio a dubbi sulla circostanza che la morte di Ferri sia dovuta a condotta medica scorretta e non ad infezione da Sars CoVid 2.
In particolare le falle del sistema sanitario non hanno consentito che il sottufficiale sopravvivesse non per il Covid 19 ma per conclamate responsabilità concorrenti generate da condotte difettuali attentamente scrutinate dai consulenti della famiglia Ferri. I familiari del sindacalista, per questi motivi, chiedono di conoscere in capo a chi dovranno essere poste le specifiche responsabilità per quanto accaduto, pur nella consapevolezza che ciò non potrà mai alleviare il dolore persistente e non esclude una azione penale che dovrà fare luce su un caso così grave.
L’avv. Coppa ha commentato le conclusioni a cui sono pervenuti i consulenti tecnici: “la Famiglia Ferri ha sperato fino all’ultimo che la conclusione della esistenza del Sig. Angelo Bonaventura Ferri non fosse legata ad altre gravi responsabilità emerse non solo a livello centrale ma soprattutto periferico del percorso assistenziale sanitario del quale lo stesso è stato fruitore e vittima, che in verità – però – i consulenti hanno direttamente individuato in specifici deficit organizzativi che da anni affliggono la sanità calabrese e che, anche questa volta, si sono ingiustamente proiettate sulle aspettative finali del paziente”.
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