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Bimbo morto soffocato, genitori ancora aspettano risarcimento

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Bimbo morto soffocato, genitori ancora aspettano risarcimento

Il complesso iter giudiziario stabilì la responsabilità dei sanitari della Casa di Cura Sacro Cuore di Cosenza nella morte del piccolo Francesco avvenuta nel 2014

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COSENZA – “Noi, genitori, totalmente ignorati dopo la morte di nostro figlio”. E’ l’appello di Gennaro e Veronica, genitori di Francesco deceduto a causa della ingestione di pastina in un asilo di Castrolibero nel settembre del 2014 riconducibile “ad un difetto di deglutizione eziologicamente rapportabile ad una sindrome post asfittica generata durante la gestione e l’esecuzione del parto, accertando una condotta medica errata da parte dei sanitari della Casa di Cura Sacro Cuore di Cosenza”.

Dopo un lungo iter giudiziario – fanno sapere i genitori – la Corte di Appello di Catanzaro ha deciso, in data 04.11.2020, di concedere ai genitori del piccolo Francesco la somma di €.600.000,00 valutando, evidentemente, la sussistenza di gravi inferenze nelle condotte dei sanitari che si occuparono del parto della mamma di Francesco. A questo punto è iniziata l’azione di espropriazione forzata nei confronti della Casa di Cura Sacro Cuore di Cosenza, mediante un pignoramento. Il Tribunale di Cosenza ha accolto le tesi dei genitori di Francesco assegnando le somme agli stessi dal mese di settembre di quest’anno, “senza però che mai né i medici né la proprietà della Casa di Cura Sacro Cuore dimostrasse un gesto di comprensione verso questa famiglia già gravata da un terribile bagaglio da sopportare”.

“Dalle carte dei procedimenti – riferiscono Gennaro e Veronica – esecutivi e dalle visure acquisite è emerso che la Casa di Cura Sacro Cuore è stata acquistata da un’altra clinica La Madonna della Catena di Laurignano, sempre facente parte della proprietà IGreco, che – dalla visura della società – però risulta essere più volte pignorata. Nonostante ciò la stessa Casa di cura, anzi IGreco, quali proprietari completamente assenti nel giudizio di esecuzione, hanno poi proposto opposizione all’esecuzione concessa dalla Corte di Appello di Catanzaro ed il Tribunale di Cosenza (che in prima istanza aveva concesso l’esecutività della sentenza, accordata dalla Corte di Appello di Catanzaro) ha nuovamente sospeso la efficacia esecutiva della sentenza di condanna, consentendo alla Casa di cura di non pagare i danni ai quali lo stesso Tribunale di Cosenza li ha condannati. Ed allora una riflessione in argomento è obbligatoria: Come possono due genitori devastati da una vicenda così grave contrastare un sistema che non è in grado di dare risposta alla domanda di giustizia? E come può una struttura sanitaria accreditata con il S.S.N. a cui lo Stato attribuisce affidabilità con l’accreditamento sanitario avere pignoramenti così elevati? Questa è la triste storia di due genitori che hanno perso il loro bambino di due anni a causa della condotta errata dei sanitari della Casa di cura Sacro Cuore che evidentemente rimarranno per sempre impuniti, non solo sotto l’aspetto delle dirette responsabilità, quanto anche per le conseguenze economiche che l’Ordinamento giuridico tutela mediante il risarcimento dei danni, a causa di gestioni che consento l’impunità di medici e strutture sanitarie, così ulteriormente offendendo la memoria di un bambino innocente colpevole solo di essere nato presso la Casa di cura Sacro Cuore”.

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