Area Urbana
Anche a Montalto Uffugo una classe finisce in quarantena. I presidi “serve uniformità’
Anche in Calabria si registrano i primi casi di contagio nelle scuole, mentre si cerca unformità nelle misure di quarantena
COSENZA – Dopo Castrovillari e una primaria di Rende, anche a Montalto Uffugo una classe è finita in quarantena dopo un caso di positività che si è registrato in una classe delle medie all’Istituto Comprensivo di via Villaggio a Montalto Uffugo Scalo. Inevitabile la sospensione dell’attività didattica e l’attivazione della DAD per la sola classe interessata, finita in quarantena come disposto dall’Asp, che si occuperà adesso di effettuare i tamponi molecolari tra una decina di giorni.
Ma proprio il protocollo di sicurezza all’interno degli istituti scolastici è finito al centro del dibattito politico nelle ultime ore per la diversità di interventi a seconda delle linee guida delle singole Regioni e delle Asp. Mettere tutta la classe in quarantena, limitarsi a una microbolla, con l’isolamento solo per i contatti strettissimi, o addirittura lasciare a casa il solo contagiato, come in Veneto? Se il punto fermo è fare in modo di non chiudere più intere scuole, o Regioni, come lo scorso autunno, con i primi contagi in classe nell’Italia dei campanili emergono le differenze. Tanto che, a dieci giorni dall’avvio dell’anno scolastico, i presidi sollecitano un’uniformità a livello nazionale, per evitare una babele. Il ministero della Salute e il Comitato tecnico scientifico, dice Mario Rusconi, presidente dell’Associazione presidi (Anp) di Roma devono stabilire “quali sono le regole valevoli per tutti. Chiediamo che i vari assessorati alla Salute diano indicazioni alle Asl e Asp, queste si muovono in maniera diversa a volte anche nello stesso territorio regionale, è il caos”.
Nella maggior parte dei casi (ed è quello che succede anche in Calabria) viene messa in quarantena tutta la classe e viene fatto il tampone dopo 7 giorni ai vaccinati, dopo 10 ai non vaccinati. Ma, ad esempio, in Emilia-Romagna sono considerati contatti stretti solo i vicini di banco, ma anche tutti gli altri sono chiamati a fare un tampone con urgenza. Il problema è che la circolare del ministero della Salute dà una definizione generale, poi le Asl e le Asp determinano i protocolli le Regioni generalmente danno disposizioni uniformi”. E sulla necessità di riflettere sulla riduzione della quarantena si dice convinto il sottosegretario alla Salute Andrea Costa perchè, dice, “l’obiettivo è proseguire l’anno in presenza”.
E’ ancora presto per un monitoraggio completo sulle classi in quarantena, ci sono però dati che arrivano dal territorio, dalle Regioni, dagli Uffici Scolastici, e le notizie trapelate dalle singole scuole. Ad esempio, in Piemonte sono una settantina le classi in quarantena, soprattutto alle elementari e alle materne. All’incirca 40 in Puglia, almeno altrettante nella sola Firenze, dove complessivamente i casi di positività dell’inizio delle lezioni sono 75. In Calabria, a poco meno di una settimana dall’inizio delle lezioni sono una decina.
E a nell’Agrigentino otto classi sono rimaste a casa per un prof no vax risultato positivo. Casi che rendono ancora più necessario il potenziamento del tracciamento e lo screening. “Sfonda una porta spalancata”, dice il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso, per il quale l’obiettivo è allargare la platea degli studenti da sottoporre al test salivare: “Dovremmo avvicinarci il più possibile ai 500mila ragazzi a settimana. In questo modo riusciremmo ad arginare il fenomeno degli asintomatici e, di conseguenza, a limitare il ricorso alle quarantene”. Le cose potrebbero cambiare ancora con l’ampliamento della platea dei vaccinabili. Ma si allungano i tempi per la valutazione dell’Ema: “Ad oggi – precisa Marco Cavaleri, responsabile strategia vaccini e terapie Covid – non è stata ricevuta alcuna richiesta di estensione dell’indicazione per un vaccino Covid-19 nei bambini di età inferiore ai 12 anni. L’Ema prevede che Pfizer presenterà i dati sui bambini di età compresa tra 5 e 11 anni all’inizio di ottobre e che i dati di Moderna saranno ricevuti all’inizio di novembre”. E c’è anche la questione privacy degli studenti da considerare: il Garante invita il ministero dell’Istruzione a sensibilizzare “le scuole sui rischi per la privacy derivanti da iniziative finalizzate all’acquisizione di informazioni sullo stato vaccinale degli studenti e dei rispettivi familiari” e in una lettera “richiama inoltre l’attenzione sulle possibili conseguenze per i minori, anche sul piano educativo, derivanti da simili iniziative”.
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