Provincia
Cosenza, trasferito in carcere Giuseppe Servidio. Non ha risposto ai PM
Il cinquantaduenne è accusato di aver ucciso la moglie Sonia Lattari con diverse coltellate
 
																								
												
												
											COSENZA – È stato trasferito dalla cella di sicurezza della caserma dei carabinieri di San Marco Argentano al carcere bruzio Giuseppe Servidio, 52 anni, l’uomo accusato di aver accoltellato la moglie Sonia Lattari, 42 anni, nella loro abitazione a Fagnano Castello.
Secondo quanto si apprende, l’omicida si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ieri, era stato egli stesso a chiamare il 112 e raccontare quanto accaduto pochi istanti prima nella cucina di casa. Servidio, al culmine di una lite, ha inferto diverse coltellate alla moglie, in particolare all’addome e alcune le sono state fatali. Non è stata ancora fissata l’udienza di convalida dell’arresto.
«Noi svolgiamo una attività importante in materia di violenza di genere, quattro magistrati si occupano delle denunce e i tempi di risoluzione dei procedimenti sono brevissimi». Sono le parole del procuratore di Cosenza, Mario Spagnuolo, secondo il quale la struttura repressiva dello Stato a Cosenza funziona a fronte di un numero di casi di violenza in crescente aumento e nonostante siano sempre «poche le vittime che decidono di sporgere denuncia».
«Nell’arco di un mese dalla presentazione della denuncia – aggiunge il procuratore – perveniamo all’adozione di misure cautelari nei confronti dell’autore e poi otteniamo sentenze di condanne celeri con un indice di accoglimento che sfiora il 100%. Troppo spesso – aggiunge Spagnuolo – la polizia giudiziaria giunge sul luogo della lite e il soggetto debole non intende avanzare querela e questo ci penalizza e impedisce di intervenire. Per questi motivi rivolgo un appello a tutte le donne: quando si arriva ad usare violenza fisica è già stato raggiunto il punto di non ritorno, l’aggressore perde i freni inibitori e difficilmente intraprende un percorso virtuoso. Bisogna denunciare, permetterci di intervenire altrimenti non possiamo prevenire drammatici epiloghi come quello registrato nelle scorse ore».
 
                         
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
                                 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
											 
		
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