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Tina Zaccato, garante dei detenuti a Castrovillari. “Il carcere: dalla privazione della libertà alle opportunità di formazione”

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Tina Zaccato, garante dei detenuti a Castrovillari. “Il carcere: dalla privazione della libertà alle opportunità di formazione”

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Tina Zaccato garante detenuti Castrovillari

CASTROVILLARI (CS) – L’emergenza carceri in Italia rimane, purtroppo, di tragica attualità. Alto il numero dei suicidi dietro le sbarre, strutture in sovraffolamento,  il senso di alienazione vissuto dalla popolazione carceraria, allontana il principio costituzionale della rieducazione e richiama l’esigenza di intervenire con ingenti risorse umane e finanziarie. La Calabria non sta a guardare, sul territorio i presìdi di tutela sono attivi. Con la delibera del 21 febbraio 2025, il Consiglio comunale di Castrovillari ha nominato Tina Zaccato, classe ’81, garante per i diritti delle persone detenute o private della libertà personale. La casa circondariale di Castrovillari è l’unica in provincia di Cosenza che può ospitare donne e minori (di questi ultimi, al momento, per fortuna non c’è presenza).

“Recidiva Zero. Studio, formazione e lavoro dei detenuti”

Esattamente a distanza di un mese dalla nomina, il 20 marzo, Zaccato, sociologa e mediatrice culturale, da sempre sensibile alle problematiche legate ai diritti di chi si trova in regime di detenzione, ha partecipato a Roma all’incontro sul tema promosso al Cnel (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro). Un confronto con i garanti territoriali di carattere nazionale dal titolo “Recidiva Zero. Studio, formazione e lavoro dei detenuti (dalle esperienze progettuali alle azioni di sistema in carcere e fuori dal carcere)”. Questo incontro è propedeutico alla seconda conferenza nazionale, in programma il prossimo 16 giugno. L’appuntamento rientra in quel percorso finalizzato a consolidare il ruolo del Cnel – oggi presieduto da Renato Brunetta – nel potenziare il meccanismo di inclusione economica e lavorativa delle persone detenute. Alla giornata romana di approfondimento, oltre alla garante di Castrovillari, hanno partecipato la garante regionale Giovanna Francesca Russo, nominata il 21 gennaio scorso e circa 150 rappresentanti delle istituzioni, del sistema penitenziario, di associazioni datoriali ed enti del terzo settore.

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In particolare, proprio Tina Zaccato, docente tra l’altro nel polo arbereshe di Lungro, formatasi alla Federico II di Napoli e approdata in Calabria dopo un periodo a Roma, ha dedicato le sue ricerche e la sua attività sociologica al mondo carcerario ed allo stato emergenziale di sovraffollamento. Ma L’attenzione di Tina Zaccato si è lungamente rivolta anche alla qualità delle singole condizioni dei diversi istituti penitenziari ed al miglioramento generale della qualità di vita all’interno del “sistema”.

Restituire ai detenuti la dignità

La passione che la anima è direttamente proporzionale alla sua determinazione di voler cambiare in concreto le cose. La partecipazione ai tavoli tematici, legati al progetto su come diminuire la recidiva attraverso la profilazione occupazionale GOL (Garanzia di occupazionalità per i lavoratori) è legata ad esempio alla funzione dei Centri per l’impiego. Questo discorso, per l’esperta, è fondamentale allo scopo di restituire ai detenuti la dignità. Come? Accendendo una luce sul loro futuro, nella dimensione sociale che poi è prima di tutto una dimensione di realizzazione personale. Non a caso, Zaccato ha preso parte al tavolo di lavoro, istruzione, sport e benessere. “Quando si esce dal carcere – dice la sociologa – occorre portare con sé un patrimonio di rispetto e dignità. Acquisito anche e non secondariamente attraverso la formazione, che dà diritto agli attestati di qualificazione e permette così di accedere alle candidature rivolte alle diverse aziende, attraverso le opportune abilitazioni”. Una possibilità già presente nel circuito, ma non in tutte le carceri.

Protocollo tra il carcere di Castrovillari e l’Università di Napoli

Tina Zaccato conosce approfonditamente le criticità che investono questa parte della società. Subito dopo la laurea, ha avviato un progetto al riguardo, con la sottoscrizione di un protocollo di intesa tra il carcere di Castrovillari e l’Università di Napoli  Federico II, un accordo programmatico a suo nome che è ancora attivo. Tina Zaccato lo sottolinea con orgoglio, evidenziando i passi in avanti che sono stati compiuti nel suo ambito di riferimento. Sentirla esporre il quadro della realtà carceraria è come ascoltare una storia drammatica che, senza negare la sua gravità, tende alla ricerca di soluzioni possibili. Insomma: le celle chiuse a doppia mandata privano della libertà ma non devono lasciare fuori la speranza. Tina Zaccato ci crede molto: “La profilazione, l’accesso ai corsi di formazione fruibili nell’istituto di pena oppure all’esterno, nel caso si tratti di persone in giovane età o di minori, senza escludere chi è stato condannato al carcere a vita, sono la strada da seguire per provare ad annullare l’emergenza, costituendo nello stesso tempo una strategia che conservi integralmente la nostra memoria intorno alla cultura dei diritti umani e sostanzialmente del nostro modello di civiltà”.

Zaccato ha approfondito la materia attraverso una conoscenza diretta, oltre che teorica, sulle particolarità delle carceri in Italia, anche in rapporto alla cospiqua presenza di detenuti extracomunitari. Oggi, da garante per i diritti dei detenuti a Castrovillari – principale suo riferimento -, agisce come anello di congiunzione con il Prap (Provveditorato per l’amministrazione penitenziaria). Dal suo osservatorio raccoglie continue testimonianze, sia quelle dei detenuti con sentenza definitiva, sia di quell’ampia parte di detenuti in attesa di giudizio, che ritrovano una speranza di riscatto attraverso una possibile qualificazione professionale. “E’ evidente – sostiene ancora Zaccato – che riuscire a lavorare ed a trovare un proprio posto nel mondo pur essendo in carcere, agisce come fattore di contrasto alla depressione e può influire seriamente nel senso di ridurre il fenomeno dei suicidi”. 

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Profilare le capacità attitudinali e motivazionali dei detenuti

La sociologa richiama quindi l’accuratezza delle analisi che ha svolto, per lunghi anni, nel campo: “Occorre guardare – precisa – alle diverse identità ‘geografiche’ presenti all’interno delle carceri. Io, fra le altre cose, mi sono occupata del confronto tra carceri e caserme, Non si argina il malessere dell’isolamento se non si studiano alternative a questa condizione”. Emerge allora forte l’esigenza di profilare le capacità attitudinali e motivazionali dei detenuti individuando i modi per valorizzarle. Poi, certo, esistono tante altre questioni su cui rivolgere, di volta in volta, la necessaria attenzione. Nell’incontro al Cnel di qualche giorno fa, infatti, un passaggio dell’intervento del sottosegretario alla Giustizia ha riguardato le problematiche di gestione correlate alla sicurezza ed alla mancanza di agenti penitenziari. Di questo ed altro – assicura Tina Zaccato – si riparlerà ad aprile, quando saranno descritti i risultati di questo  partecipato tavolo dedicato, appunto, alla recidiva nelle carceri.

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