Nella sua arringa il Pubblico ministero ha chiesto la condanna per i 4, giudicati con il rito abbreviato, a 16 mesi di reclusione. Nel pomeriggio il Giudice aveva rigettato la “richiesta di messa in prova” ai servizi sociali. Dopo le arringhe di accusa e difesa il Dottor Cosenza ha rinviato la sentenza a venerdì 26 maggio
PAOLA (CS) – Il Dottor Cosenza, dopo le arringhe di accusa e difesa, ha rinviato la sentenza a venerdì 26 maggio. Nella sua arringa il Pubblico Ministero ha chiesto la condanna a 16 mesi di reclusione per tutti i 4 aguzzini del cane Angelo che, lo ricordiamo, vengono giudicati con il rito abbreviato. Nel primo pomeriggio il giudice aveva rigettato la richiesta di “messa alla prova ai servizi sociali” che avrebbe potuto portare alla sospensione del procedimento. Questo significa che il processo penale va avanti fino a sentenza. In mattinata il processo è stato sospeso ed il Giudice Alfredo Cosenza si era riservato di decidere sull’ammissione delle richieste delle parti civili delle vari associazioni. Le difese avevano chiesto l’esclusione di alcune associazioni per i requisiti formali mentre uno dei legali della difesa avrebbe chiesto l’esclusione di tutte le associazioni. Per i 4 ragazzi la pena richiesta dal Procuratore Maurizio De Franchis è di un anno e quattro mesi di carcere per ciascuno.
Il Pm De Franchis ha illustrato tutti i dettagli dell’indagine compiuta dai Carabinieri e ha usato parole molto “dure” per gli imputati sottolineando l’entità del loro “gesto crudele” e di un’uccisione che non era neanche “necessaria” in quanto il cane non era mai stato pericoloso per nessuno. Gli imputati – ha spiegato il pm – avrebbero trovato “compiacimento” nel commettere l’assassinio del cane. Il giudice Cosenza intanto ha rigettato la richiesta, da parte delle difese, della “messa in prova ai servizi sociali” per i quattro giovani imputati. Una richiesta che avrebbe provocato la sospensione del processo e il reato contestato a due degli imputati si sarebbe estinto al termine del periodo della misura.
Dopo circa due ore di camera di consiglio il giudice ha escluso solo dieci associazioni animaliste ammettendo le altre. I 4 ragazzi; Fusaro, Liparato e i fratelli Francesco e Luca Bonanata sono accusati “in concorso tra loro e con crudeltà e senza necessità, di un medesimo disegno criminoso e di aver torturato un cane randagio, catturandolo, impiccandolo ad un albero, stringendogli una fune intorno al collo, colpendolo ripetutamente e con violenza con una spranga fino a cagionare la sua morte. Il tutto riprendendo la scena in un video successivamente pubblicato su Facebook”. Dopo gli interventi dei difensori degli imputati, al termine delle arringhe il giudice non ha deciso per la camera di consiglio ma ha rinviato l’udienza come detto al 26 maggio. Il Pm ha chiesto il massimo della pena prevista, ovvero due anni, anche se con tale procedimento, il massimo della pena potrebbe essere di 16 mesi ma il giudice potrebbe anche portarla a due anni.
Alla presenza di una rappresentanza di associazioni animaliste, al Palazzo di Giustizia di Paola dei quattro giovani Giuseppe Liparoto, Nicholas Fusaro, Francesco e Luca Bonanata solo due ragazzi erano presenti in aula: Liparoto e Fusaro. Il processo come sappiamo deve fare luce e giustizia, sulla morte del cane Angelo incappato nella cieca violenza di quattro balordi che lo hanno torturato, seviziato, assassinato e ripreso la scena con il telefonino postando poi il video sui social. Un cane, un essere vivente vittima dell’atrocità, che non ha emesso gemito e per il quale tutti si sono schierati per ‘urlare’ per lui. Clima meno rovente rispetto alla prima udienza, quella del 27 aprile, anche all’esterno del Tribunale dove comunque si è radunata una rappresentanza delle Associazioni animaliste.
In aula nella scorsa udienza erano presenti invece Luca e Francesco Bonanata accolti al grido di “assassini” che hanno poi abbandonato l’aula. Contro quel gesto crudele e chi l’ha compiuto si è mossa tutta Italia per chiedere giustizia e soprattutto pene più severe per chi maltratta e uccide gli animali. Sono state inoltre indette manifestazioni di protesta, avviate petizioni del caso si sono occupate anche trasmissioni televisive nazionali. Questa mattina una sessantina di persone hanno atteso l’inizio dell’udienza tra cui Mauro Mitrotti, responsabile dell’Associazione Animalisti Onlus, che è stato contattato in diretta dai microfoni di Rlb.
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