CORIGLIANO – Identità e sviluppo sostenibile: non proviamo a copiare, ma cerchiamo di valorizzarci.
Il territorio va conosciuto a fondo. Ma per far questo, soprattutto quando si rivestono ruoli decisionali, istituzionali e non, bisogna in tutti i modi saper dire di no alla trasposizione in loco di modelli importati da altri contesti territoriali. La cosiddetta uscita di sicurezza sta nel saper rifiutare l’adozione di schemi che si ripetono, soprattutto nelle politiche per i turismi, senza la necessaria riflessione, senza l’opportuna e strategica fotografia delle risorse e del complessivo patrimonio identitario autoctono. Dobbiamo saper dire di no a modelli che non ci appartengono. La storia di questa regione sta a dimostrare che ogni forma di importazione di modelli non nostri e comunque non coerenti con la natura, la vocazione e lo spirito dei nostri luoghi è miseramente fallita. La Calabria è piena di cimiteri industriali ma anche di troppe macerie culturali. Ed allora se la Sibaritide è un grande ed importante distretto agricolo, se noi più di altri territori vicini e lontani possiamo vantare un paniere sul quale non temiamo confronti, allora è esattamente su questa ricchezza, che sta sotto i nostri occhi, che dobbiamo investire, partendo da Bruxelles. E’ lì che dobbiamo saper fare più pressione per evitare, come è accaduto per decenni nel settore dell’agricoltura e della pesca, che altri interessi nazionali meglio organizzati possano continuare a decidere per tutti, dall’estremo Nord all’estremo Sud, con regolamentazioni spesso ingestibili dalle periferie, soprattutto alle nostre latitudini. La sfida è allora tutta di natura culturale. Serve ricostruire un sentimento comune su questa occasione che può essere storica se ci sarà più consapevolezza diffusa. L’obiettivo deve essere quello di ripensare il riuso delle nostre risorse, a partire dalla terra e dal mare e dalle rispettive produzioni d’eccellenza che possiamo vantare, per immaginare, il che non è affatto una missione impossibile, di iniziare ad imporre, da questa importante area produttiva della provincia di Cosenza e dalla Calabria, i nostri modelli, fondati sulla sostenibilità e sullo sfruttamento manageriale del nostro scrigno identitario. In questa cornice è di particolare importanza il contributo di sensibilizzazione, informazione e promozione verso la riappropriazione delle proprie risorse ittiche portato avanti dal tour nazionale del Buon Pescato Italiano, promosso dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. Questa la riflessione di Giovanni Dima, sottosegretario regionale alla protezione civile. Buoni propositi che, si spera, si concretizzino in azione.