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“Mani Creative”, il welfare che restituisce dignità e bellezza alle fragilità sociali
COSENZA – In Calabria, l’arte è diventata strumento di welfare di prossimità, capace di alleviare ferite invisibili e di aprire spazi di relazione laddove spesso dominano isolamento e silenzio. È questo il cuore del progetto “Mani Creative: welfare di prossimità attraverso l’Arte e il Fare”, promosso da L’Arte in Corso, l’associazione di promozione sociale presieduta da Debora Falcone, con il sostegno del Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo, nella provincia di Cosenza, che per il secondo anno consecutivo ha scelto di sostenere l’iniziativa nell’ambito delle Nuove Linee Guida 2025–2026.
“Mani Creative”: l’arte arriva nelle case-famiglia e case rifugio
Il progetto ha coinvolto per tutta l’estate i residenti di case-famiglia e case rifugio della provincia di Cosenza. Donne, uomini, ragazzi e bambini in condizioni di vulnerabilità sociale hanno partecipato a un percorso di laboratori creativi e arteterapici. Non semplici attività manuali, ma esperienze di ricostruzione identitaria: plasmare l’argilla, dipingere un volto, comporre un mosaico significa, metaforicamente, riordinare i frammenti della propria vita, dare forma a emozioni spesso indicibili, riconoscersi come capaci di creare.
Ogni incontro ha rappresentato una piccola rivoluzione interiore: chi non parlava da tempo ha trovato un modo per esprimersi con i colori; chi si percepiva invisibile ha riscoperto di avere uno sguardo che vale e mani che possono generare bellezza. In un territorio dove l’accesso ai servizi sociosanitari è spesso limitato, “Mani Creative” ha dimostrato che il welfare di prossimità non deve per forza passare da grandi strutture, ma può radicarsi in spazi intimi, comunitari, quotidiani.
La dimensione laboratoriale ha favorito non solo l’autostima e la comunicazione emotiva, ma anche la coesione sociale: utenti, operatori e famiglie hanno costruito legami nuovi, fondati sulla fiducia reciproca e sulla condivisione. È un modello replicabile, che mostra come la cultura possa diventare parte integrante delle politiche sociali: non “ornamento” o “intrattenimento”, ma cura e prevenzione, al pari di ogni altro servizio essenziale.
La grande lezione di “Mani Creative” è che l’arte non appartiene soltanto ai musei o ai palcoscenici, ma alla vita quotidiana delle persone comuni. I partecipanti di questo progetto hanno scoperto che creare significa esistere in modo nuovo, riappropriarsi della propria dignità, sentirsi parte di un orizzonte più grande.
L’arte come pratica stabile di welfare comunitario
“L’Arte in Corso” intende proseguire su questa strada, ampliando il progetto e trasformandolo in una pratica stabile di welfare comunitario. In programma, una mostra finale aperta al pubblico, che renderà visibile il lavoro svolto dai partecipanti e restituirà alla collettività il valore di ciò che è stato costruito insieme.
La presidente Debora Falcone ha specificato che “sono numerosi i progetti su cui stiamo lavorando. Ma per dare continuità a questa esperienza serve il contributo del territorio: imprenditori, fondazioni, enti pubblici e cittadini sono invitati a sostenere un’iniziativa che non si limita a “fare del bene”, ma rigenera persone e comunità attraverso la forza generativa dell’arte”.
“Mani Creative”, ha spiegato la presidente, “ha già piantato un seme che chiede di essere coltivato. Sostenere questo progetto significa credere in un’idea di società in cui la bellezza non è privilegio, ma diritto; in cui la fragilità non è stigma, ma possibilità di rinascita; in cui l’arte, da sempre specchio dell’umanità, diventa anche la sua medicina più autentica”.
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